Ennesimo assalto da parte di una motovedetta militare magrebina a poca distanza dall'isola di Lampedusa nei confronti di un peschereccio tricolore. A farne le spese è stata una imbarcazione italiana appartenente ad un armatore di Mazara del Vallo; secondo fonti locali e l'agenzia di stampa Ansa, "Anna Madre" durante la notte è stata bloccata in acque internazionali durante l'attività di pesca, sequestrata e costretta a dirigersi verso la Tunisia.

Cosa è successo questa notte?

Una volta saliti a bordo, i 5 militari armati di mitra hanno rinchiuso in una cabina della nave il comandante Giacomo Giacalone, prendendo possesso del comando e virando celermente verso il porto di Sfax dove giungeranno in tarda mattinata.

Lo scampato pericolo di agosto

Già il 2 agosto scorso, il medesimo peschereccio era stato vittima di una tentata aggressione da parte di una motovedetta dell'esercito tunisino. In quel caso, l'imbarcazione fu salvata grazie al pronto intervento della marina militare italiana, giunta prontamente sul luogo incriminato dopo la segnalazione fatta dalla nave da pesca "Aliseo" che la salvò dai bellicosi militari pronti a far fuoco contro di essa.

Le dichiarazioni a caldo dell'armatore

Raggiunto dai giornalisti, il proprietario Giampiero Giacalone ha dichiarato: "Ciò che è accaduto è un qualcosa di anomalo. Il pesce che abbiamo in stiva non appartiene alla fauna marina tunisina in quanto all'interno dei nostri frigoriferi vi sono soltanto tre tonnellate di gamberi nazionali ed un centinaio di chili di pesce misto e non si comprende quindi la natura del sequestro.

Siamo in attesa di ulteriori notizie da parte del governo ".

Perché le navi italiane vengono quotidianamente assalite?

Dal punto di vista giuridico il continuo ripetersi di questi attacchi nei confronti dei pescherecci e delle navi mercantili nostrane non ha alcun che di logico; il Mar Mediterraneo e gli stati che lo delineano ad eccezione della Turchia e del Libano, aderiscono alla convenzione di Montego Bay.

Con questo trattato internazionale ratificato nel lontano dicembre 1982 in Giamaica, veniva ben definito il concetto di acque internazionali e nazionali stabilendo con la distanza superiore di 200 miglia nautiche dalla costa la striscia di mare definita internazionale. Notando che ogni simile fatto di cronaca è avvenuto oltre questa lunghezza, le azioni dei vari stati nord africani debbono essere ritenute delle vere e proprie azioni di forza nei confronti della nostra debole nazione.