Un biglietto contenente minacce di morte è stato recapitato al cronista calabrese Giovanni Lerose e la motivazione, secondo le prime indagini, è legata alla battaglia che Lerose sta conducendo, insieme ad un comitato locale, contro la costruzione di una discarica nel Crotonese.

"Giornalista di me..."

I toni sono stati espliciti ed agghiaccianti per Giovanni Lerose, che si è visto recapitare a casa un vero e proprio messaggio di morte: "giornalista di me...Sei un uomo morto, finirai nella discarica con tutto il comitato", con annessa foto di una bara portata sulle spalle dal alcuni uomini.

La motivazione del biglietto minatorio, secondo gli inquirenti, sarebbe legata all'impegno di Lerose contro la realizzazione di una nuova discarica nella cittadina calabrese. Il cronista, corrispondente del giornale locale di Strongoli, si è visto recapitare nella cassetta della posta di casa sua una busta bianca senza mittente, con il timbro postale del centro di smistamento di Lamezia Terme.

La discarica in questione è stata proposta da una società privata che ha intenzione di edificarla nel territorio di Strongoli, contrariamente a quanto si sarebbero mai aspettati i cittadini locali che, dopo aver appreso la notizia, hanno immediatamente protestato anche mediante le associazioni di categoria, trovando l'appoggio della stessa amministrazione comunale.

"No alla discarica"

Il grido di protesta dei cittadini è stato molto esplicito, "Noi qui non vogliamo nessuna discarica!", e anche il giornalista Giovanni Lerose si è unito alla protesta, schierandosi in prima persona contro il progetto del centro smistamento rifiuti che avrebbe dovuto raccogliere l'immondizia del comune calabrese.

Il cronista, dopo aver trovato la lettera con le intimidazioni, ha immediatamente sporto denuncia presso la stazione dei carabinieri di Strongoli che hanno subito provveduto ad avviare le indagini. Paolo Parentela, deputato del Movimento Cinque Stelle, ha espresso la sua solidarietà al giornalista, dichiarando: "Le minacce pervenute a Lerose sono la dimostrazione che le organizzazioni della malavita organizzata sono interessate alla gestione del controllo dei rifiuti in Calabria".

Secondo Parentela, questa vicenda non deve assolutamente intimorire i cittadini del comitato che, invece, devono proseguire con la loro battaglia in difesa del territorio di Strongoli e della salute dei suoi cittadini.