L'omicidio di Noemi Durini è avvenuto con macabra premeditazione, questo è quanto hanno dichiarato dalla Procura dei Minorenni di Lecce. Il fidanzato della sedicenne, avrebbe agito dopo aver programmato la sua folle azione, aggravato da crudeltà e futili motivi. Il Pubblico Ministero esclude quindi l'omicidio d'impeto che pure, inizialmente, era stato ipotizzato. Nel decreto di fermo, è stato scritto che il ragazzo avrebbe studiato e preparato la sua folle azione, prelevando la ragazzina dalla sua abitazione alle 4:50 circa del mattino, portandola in aperta campagna, dove l'avrebbe colpita con corpi contundenti.

La morte di Noemi per futili motivi

Noemi ha perso la vita per futili motivi, l'azione di Lucio è stata premeditata e crudele. La giovane ragazzina di Specchia è stata prelevata dalla sua abitazione alle ore 4:50 circa di quella mattina del 3 Settembre scorso, giorno della sua scomparsa. In un primo interrogatorio, Lucio ha confessato l'omicidio, spiegando che lui e la sua famiglia, stavano vivendo un senso di malessere ed ha ricostruito nei dettagli quanto è accaduto quella tragica mattina. Il ragazzo ha parlato con il pm di aver ucciso Noemi con un'azione d'impeto, perché la ragazza gli avrebbe chiesto di uccidere i genitori i quali si opponevano al loro rapporto.

Noemi colpita con coltello e pietre

Lucio ha riferito di essere andato a prendere Noemi a casa e dopo essere andati a Novaglie: passando poi per Alessano, hanno percorso la litoranea, sino ad arrivare a Santa Maria di Leuca. Successivamente il diciassettenne ha diretto la vettura verso Castrignano del Capo e si è immesso in una strada sterrata di campagna, per poi giungere sul posto dove ha colpito la fidanzata con un coltello al collo e successivamente con alcune pietre.

Il suo racconto secondo gli inquirenti, sembra tanto preciso, quanto poco credibile, perché secondo il Pubblico Ministero Anna Carbonara, il giovane di Alessano, avrebbe agito solo dopo aver studiato attentamente l'azione da compiere e lo avrebbe fatto con crudeltà. L'avvocato difensore Luigi Rella, ha già anticipato che il ragazzo al momento dell'omicidio, poteva non avere la capacità di intendere e volere.

Inoltre il legale si è opposto alla convalida del fermo, perché non esiste secondo lui il pericolo di fuga. Nel frattempo Lucio si è avvalso della facoltà di non rispondere all'ultimo interrogatorio al quale è stato sottoposto.

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