Massacrata di botte a mani nude e poi colpita con violenza con la parte finale del soffione della doccia che l'avrebbe uccisa. È morta così la 58enne Joelle Maria Demontis, all’interno di un appartamento in via dei Donoratico. Sospettati di questo atroce delitto, sono finiti in una cella del carcere di Uta Giorgio Reciso, 40 anni e Maria Dessi, 26 anni. I due condividevano la stanza con la donna con la quale – almeno dalle prime indiscrezioni – il Reciso avrebbe avuto una relazione. La povera vittima, infatti, da circa un mese viveva in quella maledetta stanza dove è stata trovata cadavere.

I due coinquilini sono stati arrestati con la pesante accusa di omicidio volontario. Son stati infatti loro a dare l’allarme dopo ore e dopo anche aver tentato molto probabilmente di ripulire il luogo del delitto intriso di sangue.

Quando infatti il 118 è giunto sul posto, la donna era ancora riversa nel materasso che presentava tracce di sangue che poi sono state analizzate attentamente dai Carabinieri del Ris, il reparto d’investigazioni scientifiche dell’Arma. Anche perché all’interno dell’appartamento vivono anche altre persone – totalmente estranee ai fatti – che sono comunque state interrogate dai militari.

Discussione finita in tragedia

Soltanto i protagonisti di questo brutto delitto potranno dire cosa sia successo la scorsa notte in quell’appartamento in via dei Donoratico.

Ora infatti gli specialisti dei Carabinieri stanno mettendo a soqquadro il luogo del delitto per cercare di ricostruire in maniera precisa le fasi del delitto. I soccorritori – come sono arrivati nell’appartamento - si sono infatti trovati di fronte ad una scena raccapricciante. La povera donna era distesa in terra su un materasso poggiato senza nessun sostegno sul pavimento.

Intorno tracce di sangue e oggetti buttati ovunque. Tra l’altro – sul corpo – la vittima presentava lividi e ferite.

I sospetti

Giorgio Reciso e Marta Dessi sono stati interrogati per ore dagli investigatori e – almeno dalle prime indiscrezioni – avrebbero raccontato versioni diverse. Sembra infatti che l’uomo abbia assicurato ai Carabinieri che la donna fosse rientrata a casa non in buone condizioni.

Era già ferita insomma e non stava proprio bene prima di mettersi a letto.

Ed è proprio questo il motivo per cui gli specialisti del Ris dei Carabinieri hanno controllato palmo per palmo tutto il palazzo, compreso ingresso, scale e corridoio, in modo da poter trovare tracce biologiche della donna che potrebbero confermare o smentire la tesi del Reciso. Se la povera vittima fosse infatti rientrata a casa ferita avrebbe sicuramente lasciato tracce di sangue anche nel portone d’ingresso.