Nell'ultima puntata del noto programma Mediaset Quarto Grado, Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi si sono occupati della strage di Erba, un omicidio plurimo ai danni di ben quattro innocenti: Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la signora Paola Galli (madre di Raffaella e nonna del piccolo Youssef) e la vicina di casa Valeria Cherubini. Unici colpevoli riconosciuti i coniugi Olindo Romano (55 anni) e Rosa Bazzi (54), condannati definitivamente all'ergastolo dalla Suprema corte di cassazione di Roma nel 2011. Tuttavia, molti nutrono ancora dubbi circa la colpevolezza di Olindo e Rosa, in quanto alcuni elementi sulla scena del delitto non tornerebbero.

Strage di Erba: Olindo e Rosa colpevoli?

Un'impronta di sangue, un accendino ed un mazzo di chiavi: sono solo tre tra i vari oggetti ritrovati sulla scena del delitto. Ci riferiamo ala strage di Erba, un efferato omicidio plurimo avvenuto presso la cittadina comasca l'11 Dicembre 2006. Nella loro abitazione furono uccisi una giovane donna, Raffaella Castagna, il suo figlioletto Youssef Marzouk (di soli due anni e mezzo), la madre di Raffaella, Paola Galli e la loro vicina di casa Valeria Cherubini. Dopo la loro uccisione, all'interno della casa fu appiccato il fuoco. Per quegli omicidi e per il rogo sono in carcere (con tanto di condanna definitiva) i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, inquilini dello stesso stabile in cui vivevano le loro vittime.

Olindo e Rosa confessarono il delitto in un primo momento, per poi ritrattare tutto. Tuttavia, spuntano ora alcuni oggetti sulla scena del crimine 'mai analizzati prima', che potrebbero riaprire il caso. E' possibile che i fatti si siano svolti in maniera diversa?

Strage di Erba: analisi su alcuni oggetti

Durante il servizio del programma Quarto Grado, sono stati analizzati i tre precitati oggetti.

In primis, il mazzo di chiavi. Ci si chiede perché si trovasse in quel posto: chi l'ha perso? Oltre ad Olindo, Rosa ed alle loro vittime, c'era qualcun altro sulla scena del crimine? Il mazzo è sicuro non appartenesse ai due assassini.

I periti hanno analizzato i margini delle unghie del piccolo Youssef, conservati in provetta presso l'università di Pavia.

E' possibile che il bimbo possa avere avuto un contatto con l'assassino? Il corpicino di Youssef fu ritrovato con le braccia spalancate, quasi come stesse abbracciando qualcuno o qualcosa. Tuttavia, Youssef non aveva confidenza con Rosa e Olindo, che non sarebbero mai entrati in casa sua prima del giorno dell'omicidio. Ad ogni modo, vennero analizzati tutti i polpastrelli delle vittime. L'avvocato dei coniugi Romano-Bazzi chiese come fosse stato possibile che i suoi assistiti avessero potuto uccidere ben quattro persone a colpi di spranga e coltello, ferendone un'altra (ovvero Mario Frigerio) senza lasciare su tali sventurati alcuna traccia del loro DNA?

Occupiamoci ora di un altro elemento, l'impronta di sangue lasciata sul balcone.

Tale traccia potrebbe appartenere a qualcuno entrato nella casa del delitto, allontanandosi in seguito da lì. Una dinamica completamente differente, rispetto a quella tracciata nella sentenza definitiva che condannò Olindo e Rosa. Secondo i magistrati, i due assassini sarebbero entrati in casa Castagna dalla porta di ingresso, andandosene poi dalla stessa porta, per seguire (ed uccidere) fino al piano superiore, Valeria Cherubini.

C'è poi da spendere qualche parola su un accendino trovato sul pianerottolo fuori dall'appartamento. Si può ipotizzare che esso sia stato usato per scatenare il rogo, eppure, secondo la versione definitiva dei magistrati, l'incendio si sarebbe prodotto nella camera da letto di Raffaella Castagna.

All'epoca, i Ris che analizzarono tale oggetto, scrissero di non poter riscontrare su di esso 'nessun profilo genotipico scientificamente interpretabile'. Si è ora deciso di rianalizzarlo con tecnologie più efficaci. Per aggiornamenti su questo ed altri casi di cronaca nera, cliccate Segui.