Arrivano le prime rinunce all'iscrizione alla Scuola d'infanzia: casi eccezionali o episodi destinati a moltiplicarsi? "Gentile dirigente della scuola di infanzia X, io sottoscritta rinuncio all'iscrizione di mio figlio per l'anno scolastico 2017/2018 dell'istituto X per violazione dei trattati internazionali sulla tutela della persona umana". Postata nelle scorse ore su Facebook, la lettera ha già ricevuto migliaia di condivisioni, soprattutto nei gruppi di genitori "vax free", dubbiosi sull'opportunità dell'obbligo di dieci vaccini imposto dalla legge 119/2017 ai bambini da 0 a 16 anni, e requisito di accesso ai servizi e alla scuola di infanzia per la fascia 0-6 anni.

Quanti sono i bambini in Italia che dopo la legge resteranno fuori dagli asili?

Al di là del dibattito, spesso fuorviato da toni apocalittici e strumentalizzazioni mediatiche, si registrano dunque le prime defezioni delle famiglie dall'istruzione dei più piccoli. È presto però per fare un bilancio della percentuale di genitori che rinuncerà al nido o alla materna per i propri figli. Tra questi rientrano sia coloro che provvederanno in qualche modo da sé - magari con nonne o tate al seguito - sia quelli che stanno cercando di organizzarsi insieme per istruire i propri figli con la cosiddetta homeschooling, l'educazione parentale. A tal proposito si è espressa di recente anche la Flc-Cgil, il sindacato della scuola, con il segretario generale Francesco Sinopoli che ha parlato di "effetti drammatici di una legge nata male".

Quanto ai numeri regione per regione, in attesa che arrivino dati definitivi dopo gli ultimi giorni utili per presentare o meno la certificazione sui vaccini eseguiti, qualcuna si è già organizzata in questo senso. Stiamo parlando della Val d'Aosta, con circa 100 famiglie pronte a partire con l'educazione parentale. Esperimenti simili stanno nascendo un po' in tutta Italia: spesso sono progetti non solo volti a evitare l'obbligo vaccinale, ma mirati piuttosto alla ricerca di principi educativi e ambienti scolastici alternativi alla didattica ministeriale e all'aula, ambienti in cui sperimentare ad esempio il contatto con la natura, rispettando creatività e libertà di movimento come basi per il miglior sviluppo psico-fisico dei più piccoli.

Una decisione controversa che scatena applausi e condanne sui social

Se sono centinaia i commenti di ammirazione per questa mamma, che secondo molti utenti ha avuto il coraggio di richiamarsi a norme internazionali "calpestate dalla legge Lorenzin", altrettanti sono coloro che vedono in questa scelta plateale anche una sconfitta, laddove il bimbo verrebbe escluso dal suo diritto all'istruzione statale.

"Scelta giusta e coraggiosa, è possibile farlo anche per le elementari?", chiede un genitore su uno dei tanti gruppi FB nei quali la lettera è stata condivisa. Per un'altra mamma, però "è come autoghettizzarsi: i miei figli non sono appestati che devono stare solo con altri appestati, sono sanissimi!".

Per i bambini che non saranno iscritti alle scuole statali, paritarie e private (tutte rientranti nell'obbligo vaccinale, ndr) si apre ora un'auto-esclusione con relativa perdita ineludibile di opportunità educative, oppure in alcuni casi l'attuale situazione aprirà nuove possibilità di scuola alternativa e d'avanguardia? Tra i tanti dubbi e problemi di carattere sanitario, giuridico e burocratico scatenati dalla legge, c'è da aggiungere anche questo interrogativo.