Non si tratta ne del primo e né probabilmente dell'ultimo ex giocatore finito in rovina. In realtà il motivo di come sia finito a chiedere l'elemosina in strada non si sa però quel che è certo è che la sua abilità non lo ha abbandonato. Difatti intrattiene gli automobilisti palleggiando e facendo acrobazie con il pallone tra un semaforo rosso e un altro.

Nicolae Negrila chiede l'elemosina ai semafori

Per le strade di tutto il mondo si vedono spesso artisti di strada che improvvisano spettacoli, della durata di un paio di minuti massimo giusto per racimolare qualche spicciolo regalato dagli automobilisti.

E in questo la capitale italiana ha quasi un primato, ce ne sono tantissimi tra un semaforo e l'altro. Tra loro però ce n'è uno che ha attiralo l'attenzione di qualche attento amante del calcio, e non solo grazie alle sue doti di palleggio. Tra giovani acrobati, "mangiatori di fuoco" e giocolieri c'è Nicolae Negrila, ex giocatore della nazionale romena. È stato riconosciuto mentre palleggiava con i piedi e con la testa a un semaforo di Roma, e non lo faceva per essere riconosciuto o per qualche video su youtube. Anzi, era piuttosto malandato: in sovrappeso, capelli bianchi e calzettoni di spugna fino a metà polpaccio.

E pensare che Negrila è una ex grande giocatore del calcio romeno, difensore che tra il '73 e il '88 ha giocato in serie A con la squadra Universitatea Craiova per un totale di 352 partite e 15 reti.

Come se non bastasse ha vinto anche il campionato ben tre volte e la Coppa di romania per quattro. Era talmente bravo che ha giocato nella nazionale romena per ben 7 anni, tra il 1980 e 1987 giocando 28 partite e anche segnando un gol. Era il 1983 e "Negroro" era una bandiera dei "leoni di Banie" segnò ai tedeschi il gol decisivo che fece passare la sua squadra alla semifinale di Coppa Uefa.

"Negroro" oggi ha 63 anni

L'uomo, l'ex campione di calcio, oggi ha un'età prossima alla pensione, ma per modo di dire. Perché il suo lavoro non è certo considerato come tale, le sue giornate le passa a un semaforo di Roma intrattenendo gli automobilisti con palleggi e acrobazie col pallone. Fino a qualche anno fa dice che faceva una vita normale, ma ora è costretto a fare questo per sopravvivere.

Ogni tanto torna al suo paese natale, in Romania, e si intrattiene con i bambini del posto che lo acclamano chiedendogli di giocare con loro. Una malattia alla base del declino, una tromboembolia polmonare che gli è costata molto di cure e ora non ha più niente.