L’ex componente del Pac ha rilasciato un’intervista ad un quotidiano brasiliano dopo che il presidente del Brasile Michel Temer ha aperto la strada ad una possibile revoca dello status di rifugiato politico, di cui l'ex terrorista gode dal 2010 grazie all’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.

Battisti era stato arrestato la scorsa settimana a seguito di un fermo da parte della polizia federale brasiliana, l’accusa era di trasferire denaro all’estero; infatti l’ex terrorista rosso era stato fermato mentre cercava di passare la frontiera con la Bolivia.

Da quel momento il governo italiano si è riattivato per far estradare Cesare Battisti, in Italia è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per aver commesso quattro omicidi e svariati reati legati al terrorismo, Ma Battisti con tutta calma diceva che “non temo l’estradizione, ho lo status da rifugiato politico”.

Colpo di scena dopo solo due giorni

Neanche a dirlo il fato gira a favore di Cesare Battisti che viene nuovamente rilasciato. A stabilirlo è il tribunale regionale federale tramite il giudice Josè Marcos Lunardelli: libero ma con l’obbligo di dimora e firma. Le immagini dell’uomo, che è latitante dall’Italia dal 1981, seduto al bar con una bella birra fresca e lo sguardo beffardo di chi l’ha fatta franca, fanno il giro del mondo.

“Io non sono un mostro”

Intervistato dal giornale ‘O Estado de Sou Paulo’, Cesare Battisti, ora teme per per la revoca dello status di rifugiato politico, dopo le dichiarazioni del presidente Temer su una possibile cancellazione dell’attuale privilegio. Le parole dell’ex terrorista al giornale brasiliano: “ Il governo italiano e i media hanno creato un mostro.

Non so su cosa si possa basare il gabinetto giuridico della presidenza in merito alla mia estradizione. Il governo brasiliano mi consegnerebbe alla morte, in Italia lo stato e i media hanno creato un mostro. Il mio arresto è stata tutta una montatura”, ribadisce ai giornalisti, “ Ci stavano aspettando, è evidente come l’operazione sia stata effettuata con il supporto dell’ambasciata italiana, al momento del fermo alcuni agenti ballavano e alcune persone non dovevano essere li alla frontiera”, continua Battisti, “ Hanno messo i soldi di tutti e tre insieme, facendo figurare che fossero tutti in mio possesso, vi ripeto che hanno creato un crimine che non c’era, se avessi voluto fuggire sarei andato in Uruguay, lì ho più amici”.

I giornalisti di ‘O Estado’ gli domandano cosa farà nel caso in cui Temer confermerà la sua estradizione, il latitante dice che ancora sa nulla e che “è tutto in mano alla Corte Suprema”. i suoi avvocati stanno lavorando per trattenerlo in Brasile, dove i crimini a lui imputati dalla magistratura italiana sono caduti in prescrizione.