Aveva cercato di far ricadere la colpa su un'ignara, quanto innocua 94enne, solo perché compagna di stanza della vittima nella casa di riposo "Divina Provvidenza" del Don Guanella di Como, ora interamente sotto choc. Ma per la Procura, che l'ha iscritta nel registro degli indagati per omicidio volontario e calunnia, non ci sono dubbi: ad uccidere Dolores De Bernardi, 91enne, è stata Antonietta Pellegrini, 78 anni, moglie di un altro degente, esasperata dalle urla e dai lamenti della paziente allettata e gravemente malata.

L'avrebbe uccisa infilandole in gola un paio di guanti di lattice in uso al personale infermieristico, che l'avrebbero soffocata in pochi istanti.

Ieri la svolta nelle indagini, con l'arresto della responsabile del folle gesto.

Arresti domiciliari per la donna

Come abbia concepito il piano criminale, come le sia venuta l'idea di usare guanti di lattice per soffocare la 91enne, quasi avesse preso spunto da un thriller, non lo ha rivelato. Anzi, da indagata, interrogata la settimana scorsa dal pm Simona De Salvo, si era limitata a dire che lei non c'entrava nulla, ammettendo però che era entrata una sola volta nella stanza della vittima, ma solo per pulirle la bocca.

Per la gravità del crimine e persino per il pericolo di reiterazione del reato, il pm ha chiesto e ottenuto dal gip Carlo Cecchetti la misura della custodia cautelare nella casa di riposo.

Ora la pensionata, che abitava nella foresteria della struttura perché da anni assisteva il marito ricoverato nello stesso reparto della vittima, è stata posta agli arresti domiciliari, confinata nella sua stanza da cui non può allontanarsi. L'ordinanza è stata eseguita ieri pomeriggio dalla Squadra Mobile della Questura di Como.

La ricostruzione dell'omicidio

Il delitto sarebbe avvenuto in tempi brevissimi, nell'arco di pochi minuti. Il pomeriggio dello scorso 24 settembre, Antonietta Pellegrini avrebbe soffocato la vittima, Dolores De Bernardi, affetta da deficit cognitivi e gravi problemi fisici, dopo aver prelevato l'arma del delitto - i guanti - da un carrello del personale di facile accesso.

Dopo essere giunta nella camera della vittima, contando sul fatto che si trovasse da sola da circa mezz'ora, avrebbe agito indisturbata.

Si sarebbe avvicinata al letto e in pochi attimi l'avrebbe soffocata, spingendole i guanti nella cavità orale. Successivamente avrebbe sparso prove fasulle per far ricadere la responsabilità del crimine sulla 94enne compagna di stanza della vittima che, indagata per atto dovuto, è risultata estranea al delitto. In tre occasioni, l'anziana "killer" avrebbe nascosto guanti di lattice nei posti frequentati dall'altra degente e tra i suoi effetti personali.

Inchiodata dalle telecamere

Tutto sarebbe filato liscio per la pensionata responsabile dell'omicidio, se non fosse stata ripresa dalle telecamere.

Innanzitutto il sistema di sorveglianza della struttura l'ha immortalata mentre prelevava un paio di guanti da un carrello degli infermieri, entrando nella stanza della 91enne, e uscendovi dopo pochi minuti priva dei suddetti guanti.

Inoltre sono disponibili riprese video realizzate dagli investigatori che mostrano Antonietta Pellegrini intenta a mettere un paio di guanti in lattice nel comodino della 94enne per far convogliare gravi sospetti su di lei. Il delitto perfetto, tuttavia, non le è riuscito.

Ora si attende solo il riscontro finale: la conferma della sua responsabilità criminale verrà dagli esami del Dna sull'arma del delitto. L'incubo nella casa di riposo pare finito, ma gli ospiti sono rimasti attoniti e sconvolti: credevano che, raggiunta una certa età, almeno si fosse liberi di poter morire di morte naturale.