Il reato contestato va in prescrizione ma dovrà versare 10mila euro di risarcimento alla famiglia di Chiara Poggi: si conclude così la vicenda giudiziaria legata al falso che un ex maresciallo dei Carabinieri di Garlasco avrebbe dichiarato in merito al motivo per cui non fu sequestrata la bicicletta nera da donna, allora a disposizione di Alberto Stasi. Con questa condotta, ha sottolienato ancora una volta Gian Luigi Tizzoni, legale di parte civile, avrebbe "influenzato l'esito del procedimento".

Sarebbe anche grazie alla falsa testimonianza dell'ex maresciallo Francesco Marchetto che l'imputato avrebbe incassato la doppia assoluzione in primo e secondo grado di giudizio; sentenza poi cancellata nel 2013 dalla Cassazione, da cui scaturì l'appello bis.

Marchetto era accusato di aver reso falsa testimonianza davanti al gup di Vigevano, Stefano Vitelli, quando Stasi si trovava alle prese con il primo grado di giudizio per l'omicidio di Chiara Poggi. Reato prescritto; dovrà però risarcire i Poggi. Lo ha stabilito la prima Corte d'Appello di Milano. Un anno fa, per il medesimo reato, era arrivata la condanna a 2 anni e mezzo di carcere.

L'ex maresciallo avrebbe mentito davanti al gup

L'ex militare, ora in pensione, avrebbe detto il falso nel corso dell'interrogatorio nell'ambito del processo con rito abbreviato a carico di Stasi. Era il 30 ottobre 2009. Secondo l'accusa, la falsa testimonianza sarebbe stata resa per mettere una pezza su un presunto errore investigativo: il mancato sequestro della bicicletta nera da donna trovata nel garage del padre dell'imputato.

Quella bicicletta avrebbe avuto un particolare valore ai fini delle indagini, alla luce delle forti corrispondenze con il modello indicato da una testimone come quello presente davanti alla villetta di Garlasco la mattina del 13 agosto 2007.

Il motivo del mancato sequestro della bici

Secondo quanto dichiarato da Marchetto, la bicicletta non fu sequestrata in quanto "non corrispondente", adducendo a tale dichiarazione la motivazione di una personale convinzione maturata in seguito all'aver appreso dalla stessa testimone, Franca Bermani, i dettagli esatti della bici da lei vista nel 2007: caratteristiche ritenute completamente diverse da quella da lui visionata il giorno successivo alla morte di Chiara.

Una versione non convincente

In sede di processo, però, è emersa tutt'altra verità: l'ex maresciallo non era presente durante la deposizione della testimone, circostanza che aveva fatto traballare (non poco) la versione resa da Marchetto. Dal canto suo, quest'ultimo ha dichiarato di non potersi più fidare della giustizia, che lo avrebbe deluso dopo una carriera trentennale nell'Arma.