La situazione sul fronte norcoreano diventa sempre più tesa. Infatti, come riporta la RIA (Russian Information Agency), lo scorso venerdì Choe Son-Hui, direttore generale del dipartimento nordamericano del ministero degli esteri della Corea del Nord, ha affermato che il nucleare è una questione "di vita o di morte" per Pyongyang e per il mondo. Nonostante questo, stiamo vivendo la pausa più lunga che è intercorsa fra due test nucleari voluti da Kim Jong-Un. Gli scienziati hanno infatti affermato che il sito in cui le testate venivano fatte esplodere, ovvero la Punggye-ri Nuclear Test Facility, è stata danneggiata irreparabilmente dall'ultimo test, che ha fatto mutare anche la conformazione fisica del terreno.

Gli scienziati cinesi hanno inoltre affermato che un altro test nucleare potrebbe avere "conseguenze devastanti". Andiamo a vedere perché.

Collasso montuso

Paul G. Richards, sismologo della Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory, ha dichiarato al The Post che il suolo nordcoreano è estremamente stressato. Per questo motivo Punggye-ri, una zona che prima dei test missilistici non era sismica, lo è diventata. Gli scienziati cinesi confermano e sottolineano che un ulteriore test nucleare potrebbe avere "conseguenze devastanti" su buona parte dell'Asia. Se un'altra testata nucleare venisse esplosa a Punggye-ri, il monte Mantap, alto 2194,56 metri, potrebbe collassare rovinosamente su se stesso, poichè è già danneggiato dal sisma di magnitudo 6.3, causato dal test balistico del 3 settembre. Gli analisti Frank V.

Pabiane e Jack Lui, in un report redatto per il sito 38 Noth, hanno affermato che un altro test nucleare potrebbe far collassare il Monte Peaktu, un vulcano attivo fra il confine cinese e quello nordcoreano.

Il Nord Corea interromperà i test?

Ci si chiede a questo punto se la Corea del Nord interromperà i suoi test. Dalle affermazioni rilasciate da Nam Hyok-Tsen, uno dei portavoce del North Korean Foreign Ministry's US Studies Department, sembra chiaro che Kim Jong-Un sia intenzionato a continuare i suoi test missilistici.

Anche la popolazione nordcoreana sarebbe convinta di fare la cosa giusta continuando con il programma nucleare. Infatti, il Il Rodong Sinmun, una testata ufficiale di regime, ha riportato che Pyongyang ha arruolato 4.7 milioni di soldati, rendendo l'esercito coreano grande quanto quello americano. Non resta nient'altro se non aspettare nuove notizie dal campo della politica internazionale, nella speranza che lo scoppio di un devastante conflitto su larga scala possa essere scongiurato dalla diplomazia.