Ha il nome della ninfa delle sorgenti della mitologia greca amata dal dio Apollo, era Scomparsa sabato scorso nella fitta vegetazione di un bosco. Ma il collegamento con la mitologia greca finisce qua. Perché questa è una storia di attualità con ben altri ingredienti. Dafne Di Scipio, 20enne di Gallarate (varese), era sparita in una selva tutt'altro che favolosa, un "boschetto della droga" che si trova a Marnate nel Varesotto, dove si era recata con il convivente 41enne, Matteo Alessandro Brambilla per comprare stupefacenti. Ieri a tarda sera è stata ritrovata in un'auto fermata dai carabinieri in un autogrill nel corso di un'operazione congiunta con la polizia stradale, ma i fatti ancora non sono chiari e la ragazza dovrà spiegare molte cose.

Perché il suo fidanzato più grande di lei di 20 anni, ha raccontato agli inquirenti che era stata rapita da due spacciatori nordafricani, mentre lei sostiene d'essersi allontanata volontariamente? E perché si sarebbe allontanata di notte in un bosco da sola? Cosa le è successo nei due giorni in cui è svanita nel nulla?

Sabato sera nel 'bosco dello spaccio'

La sera del 14 ottobre intorno alle 22, Dafne Di Scipio si è inoltrata in compagnia del suo compagno nei boschi della Valle Olona in provincia di Varese, in una località conosciuta come "la sbarra" perché segna l'ingresso a una selva, luogo di incontro di pusher e consumatori per acquistare droga. Fin lì la coppia c'è arrivata a bordo di una vecchia Mercedes di proprietà di Brambilla.

Lei sarebbe scesa dall'auto da sola. Il fidanzato con cui sta insieme da un paio di mesi, ha raccontato ai carabinieri che Dafne era stata rapita da due spacciatori nordafricani e la procura di Varese ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Una vicenda intricata, un vero giallo che per due giorni ha tenuto col fiato sospeso familiari, amici, inquirenti.

Nel bosco, tra i sentieri, erano stati trovati effetti personali della ragazza: un cappellino, un mazzo di chiavi e soprattutto il cellulare, ma di lei non c'era traccia.

La lite e l'auto bruciata

Secondo la ricostruzione che l'uomo ha fornito ai carabinieri della compagnia di Saronno che l'hanno ascoltato a lungo e indagano sulla vicenda coordinati dalla procura di Busto Arstizio, nel bosco della droga è iniziata una violenta lite con gli spacciatori con cui la coppia ha già avuto contatti, probabilmente per un debito di droga.

Brambilla sarebbe stato aggredito e colpito da 2 pusher magrebini, ma senza riportare ferite gravi. Dafne sarebbe stata afferrata dagli stessi uomini e rapita, scomparendo tra i sentieri dei boschi. Ma prima di sparire con la ragazza, i nordafricani hanno incendiato l'auto di Brambilla. Non c'è traccia di benzina. Per appiccare l'incendio, avrebbero usato un accendino all'interno dell'abitacolo dando fuoco agli interni in pelle e alla carrozzeria, distruggendo completamente la macchina. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri.

Il ritrovamento

Dopo due giorni e due notti di ricerche da parte di carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, unità cinofile, cittadini volontari, ieri sera Dafne Di Scipio è stata ritrovata.

Ha detto di essersi allontanata volontariamente smentendo così il racconto del convivente. La ragazza era stata fermata dai carabinieri di Varese e Saronno durante un pattugliamento congiunto con la polizia stradale in un autogrill di Castronno, sempre nel Varesotto, a bordo di un'auto ritenuta "sospetta". Dafne e compagno sono entrambi tossicodipendenti e con precedenti. Nella vicenda sono molti i punti oscuri e ancora tutti da ricostruire gli spostamenti fatti da Dafne in questi due concitati giorni.