Las Vegas, durante il Route 91 Harvest Festival, un concerto di musica country: un uomo spara sulla folla dal 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel provocando una strage. Il bilancio provvisorio è di 50 morti e più di 200 feriti di cui almeno 15 in gravi condizioni.

Lo sceriffo della contea di Clark, Joe Lombardo, riferisce che l’attentatore è un cittadino americano residente nella grande metropoli, il nome dell’attentatore è Stephen Paddock, si tratta di un maschio bianco di 64 anni già noto alle forze dell’ordine. L’ufficiale fa sapere anche che l’uomo è stato ucciso dagli agenti che hanno fatto irruzione nella stanza da dove l’aggressore ha fatto fuoco.

Si cercano anche le auto intestate all’uomo.

Secondo quanto riporta il ‘Las Vegas Review Journal’ sarebbero state più persone ad aprire il fuoco. Tutta la zona intorno all’edificio è stata circoscritta e la polizia locale ha rintracciato e messo in stato di fermo, una donna di origini asiatiche che avrebbe legami con l’attentatore.

Lo sceriffo Lombardo sottolinea che l’attentato non è in correlazione con i drammatici eventi che hanno colpito l'Europa nelle ultime ore, “Nessuna rivendicazione da gruppi di terroristi appartenenti al sedicente stato islamico”.

Il governatore dello stato del Nevada, Brian Sandoval, ha definito l'accaduto “Un atroce atto di codardia”.

I partecipanti al festival filmano il momento della sparatoria

La CNN ha intervistato alcuni partecipanti al festival, testimoni, a loro malgrado, della Sparatoria che ha causato la morte di 50 persone e il ferimento di altre 200.

“Sembrava senza fine”, dice un testimone, “Gli addetti alla sicurezza ci indicavano la via di fuga, nel caos totale, mentre si sentivano raffiche di mitra venire verso di noi”.

Un altro testimone fa sapere che ad un certo punto c’è stata una breve pausa ma “Dopo qualche minuto ha ricominciato a sparare”. Jackie Hoffing, che vive a Las Vegas dice che non ha mai avuto così tanta paura nella sua vita e “Non ho corso mai così veloce in tutta la mia esistenza”, e prosegue nella sua testimonianza, “Chi cadeva veniva calpestato dalle persone in fuga, era il caos totale, ho visto persone sanguinati nascondersi dietro una macchina”

Molte persone in preda al panico si sono rifugiate negli edifici vicini, alcuni di loro sono arrivati nei pressi di una stazione di servizio e si sono ricongiunti con i loro amici, tutti ancora scossi dall’accaduto.