È durata oltre 5 ore l'autopsia sul corpo di Domenico Bardi, il 41enne napoletano sorpreso dall'avvocato Francesco Palumbo mentre rubava in casa dei suoi genitori. Ad uccidere Bardi non sono stati solo due colpi di pistola: è stato raggiunto invece almeno da tre pallottole che lo hanno sorpreso di spalle provocandone la morte immediata. Palumbo, che ha sparato con la sua Beretta 9x21 regolarmente detenuta, resta indagato per omicidio volontario.

L'autopsia, più di tre colpi

Almeno tre colpi di pistola hanno raggiunto Domenico Bardi, che domenica pomeriggio con due complici stava rubando nella casa dei genitori di Francesco Palumbo, assenti al momento del fatto, al primo piano di una palazzina di via Palermo 60 a Latina.

L'avvocato civilista del foro di Latina, sopraggiunto per capire cosa stesse accadendo dopo che sul suo telefonino era scattato l'allarme, gli ha sparato alle spalle e l'uomo colpito all'emitorace sinistro è morto sul colpo.

Il medico legale Tommaso Cipriani che ha eseguito l'autopsia all'obitorio dell'ospedale Santa Maria Goretti, sotto l'attento controllo di Maurizio Saliva e Giuseppe Manciocchi, nominati dalle parti in causa, ritiene che ci siano ancora altri accertamenti da fare per avere il quadro completo della situazione. Che i colpi fossero più di due, il medico lo sospettava già dopo il primo esame esterno dell'uomo deceduto. Il corpo presenta anche una frattura all'emitorace compatibile con una caduta.

Anche il fatto che i colpi siano partiti dal basso verso l'alto, confermerebbe che il ladro si trovava su una scala dalla quale è precipitato nel giardino perché raggiunto dalle pallottole. La scala a pioli era stata appoggiata al balcone del primo piano dell'abitazione dei genitori di Palumbo, nel lato retro più defilato e nascosto dagli alberi, per accedere all'appartamento.

Una soffiata ai tre ladri

Secondo indiscrezioni investigative riportate dal quotidiano 'Il Tempo', nell'appartamento di via Latina 60 i ladri erano andati a colpo sicuro. La banda in trasferta sarebbe giunta direttamente da Napoli, dopo aver avuto una soffiata probabilmente da un pregiudicato, cliente del papà di Francesco, Bernardino Palumbo, anche lui avvocato.

Sapevano che in casa c'era la parcella dell'avvocato, 10 mila euro in contanti, oltre a una busta contenente i gioielli della moglie. Tutto era però in una cassetta che i malviventi hanno tentato invano di smurare. Ci sono riusciti, ore dopo, i vigili del fuoco. Mentre 'lavoravano' nell'appartamento, i delinquenti sono stati sorpresi dal figlio del proprietario. Intanto gli altri 2 complici sono stati rintracciati grazie alle testimonianze dei vicini di casa, ma anche ai familiari del ladro deceduto. Sarà importante incrociare la loro ricostruzione dei fatti con quella di Palumbo per accertare cosa sia accaduto domenica scorsa nel cortile dell'abitazione di via Palermo.

La difesa dell'avvocato

'Non volevo ammazzare nessuno, solo spaventarli', continua a ripetere Palumbo, molto provato, agli inquirenti. La sua pistola aveva 13 colpi nel caricatore e ne ha sparati 12. Di questi, alcuni in aria, altri all'altezza della finestra da cui i malviventi avevano fatto irruzione in casa e della scala su cui c'era Bardi. Palumbo nel corso dell'interrogatorio ha detto che in quel frangente, ha dovuto vedersela con tre persone: il palo, poi scappato, e gli altri due che l'avrebbero minacciato. A suo dire, c'era una grave situazione di pericolo perché uno dei due ha messo una mano in tasca come se fosse armato. Ha aperto il fuoco per intimidire i ladri. Invoca la legittima difesa. E qui si aprirà un altro capitolo.