Nel corso della puntata de Le Iene del 29 ottobre, Pelazza è volato in Congo per mostrare una realtà di cui forse non eravamo a conoscenza: le miniere di cobalto dove ogni giorno migliaia di estrattori professionisti e non scavano tunnel per trovare quello che è considerato il petrolio del futuro. Ma, come spesso accade, dietro un grande business ci sono sempre storie di sfruttamento e illegalità.

Chi paga il prezzo della nostra tecnologia?

Il cobalto è un minerale che, negli ultimi anni, ha visto crescere la sua domanda, che si è addirittura triplicata, e il suo prezzo che ha subito un rialzo del 75%.

Per queste ragioni il cobalto è stato considerato il petrolio del futuro, ma perchè? Questo minerale così prezioso è alla base del funzionamento delle batterie, non solo quelle dei nostri smartphone e computer, ma anche dei tantissimi giochi elettronici e delle future auto elettriche. E così la iena Pelazza è volato a Kolwezi, in Congo, nel bel centro del continente africano, per mostrare quella che è la situazione attuale: qui ci sono tantissime miniere di cobalto e per questo motivo ci sono anche le più importanti società minerarie del mondo. Ma a farla da padrone in questo territorio abbandonato a sè stesso ci sono i cinesi: i minatori in regola sono circa 15 mila, ma quelli illegali e improvvisati si aggirano intorno ai 300/400 mila e sono proprio questi ultimi a vendere il cobalto ai cinesi.

Ogni giorno gli uomini congolesi disperati scavano tunnel a mano nelle miniere di cobalto, senza scarpe e senza protezioni, tutto solo per dar da mangiare alle loro famiglie e per una somma che in un mese può raggiungere i 300 dollari. Poi si recano al mercato dei cinesi per vendere quanto trovato, dopo averlo lavato e battuto, dove, però, non vi è possibilità di contrattazione: infatti, i cinesi controllano con i loro macchinari la quantità di cobalto e in base a questo pagano i minatori improvvisati.

Naturalmente, non c'è trasparenza in questo nè tanto meno possibilità di effettuare delle verifiche.

Non solo uomini, ma anche bambini

Nell'estrazione illegale del cobalto hanno il loro ruolo anche i bambini, sebbene in alcuni casi in forma indiretta: alcuni di questi aiutano gli adulti a percuotere le pietre trovate nelle miniere al fine di tirar fuori solo il cobalto, lavorando per l'intera giornata, senza scarpe e senza cibo, magari solo per guadagnare 0,90 centesimi di euro.

Ma la realtà più triste è quella del numero enorme di bambini che vengono abbandonati per strada, alle fermate dei bus, nei cartoni del latte o in un fosso da genitori che vanno a lavorare in queste miniere di cobalto. Qualcuno di loro riesce a salvarsi se finisce in orfanotrofio, altri sono meno fortunati. Ma il costo sociale di questo business controllato per il 62% dalla Cina ha anche a che fare con i tumori e le malformazioni: in quelle miniere di cobalto c'è anche dell'uranio, una sostanza radioattiva che provoca effetti mortali sugli uomini e da cui questi minatori non sono assolutamente protetti. E allora, questo servizio ancora una volta ci conferma che l'africa resta la terra di conquista per il mondo intero, interessato solo a spremerla nella sua profondità per ricavarne il maggior guadagno.