"E' ora di dire basta. Chi possiede un poco di testa capisce da solo che qualcosa non va. L'articolo 111 è stato calpestato. Chiediamo alla procura di continuare ad indagare. Quando hanno arrestato Bossetti dicevano che sembrava una belva che veniva braccata e cercava di scappare. Io ho visto un uomo che non capiva cosa stava accadendo. Noi chiediamo alla cassazione di riesaminare tutto il processo.Qualcosa è andato storto, non può pagare un'innocente"

Queste le parole di Pam Morrigan una delle organizzatrici della manifestazione 100 passi per Bossetti.

Una manifestazione, ci tiene a precisare, non di innocentisti ma di persone che credono nella giustizia, che con questo caso è stata totalmente calpestata.

L'avvocato Salvagni

Presente alla manifestazione anche l'avvocato Claudio Salvagni, il difensore di Bossetti, determinatissimo: "Oramai, dice l'uomo, non è più solo questione di Bossetti ma una questione di principio. Non ci sono prove che possano condannare il mio assistito che, vi ricordo, è in carcerazione preventiva da tre anni. Solo una perizia può mettere la parola fine a questa triste storia. Perché non la concedono? Non si può condannare un uomo senza la possibilità di difendersi".

L'avvocato, davanti ad una piccola folla incuriosita, parla anche del suo viaggio a Londra, dove ha sottoposto le carte del processo ad uno dei genetisti più preparati al mondo, che gli ha confermato che il DNA non può resistere alle intemperie per così tanto tempo.

Sono tante, troppe le cose che non tornano. Ai partecipanti viene rilasciato un volantino con la lista delle prove che scagionerebbero Bossetti.

  1. La cella telefonica di Mapello (via Natta 3) che avrebbe incastrato Bossetti è la stessa che aggancia casa sua.
  2. Le fibre tessili rinvenute sugli abiti di Yara sono state nominate " forse compatibili" ma è una compatibilità estesa ad altre migliaia di modelli.
  3. Le famose ricerche pedopornografiche non sono mai esistite e lo conferma anche il Tenente Michele Lo Russo.
  4. La totale assenza di alibi per un fatto accaduto tre anni prima in un qualsiasi giorno infrasettimanale dovrebbe essere un sinonimo di innocenza e non di colpevolezza.
  5. I tagli e le ferite sul corpo della povera Yara sono state considerate dai periti ed esperti inflitte post mortem. E troppo chirurgiche e precise per essere state fatte al buio e in pochi minuti.

Molte persone presenti si sono fermate incuriosite a fare domande all'avvocato e agli organizzatori.

Molti invece sono venuti appositamente, come Pietro Pagnoncelli che ha seguito tutto il processo di persona ed è certo dell'innocenza di Bossetti. " Non so perché molti hanno paura, di fatto Bossetti è innocente. Lo Stato deve provvedere a fare giustizia".