Tragica fine per un pedofilo del piccolo villaggio indiano di Juliasar, nello stato settentrionale del Rajasthan,che legato ad un palo nella piazza principale del paese, è stato, dapprima, torturato e poi, frustato fino al sopraggiungere della morte, dai suoi concittadini, per aver tentato di abusare di una bambina di 10 anni. A nulla sono valse le sue grida di dolore e la sua ammissione di colpevolezza per fermare la popolazione inferocita che ha continuato, ininterrottamente, ad infierire su di lui con ogni mezzo offensivo fino a quando non è morto per le gravissime ferite subite.

E' stato girato anche un video di questa "giustizia sommaria" da uno spettatore presente che lo ha, in seguito, diffuso sul web. Le immagini di questa esecuzione sono terrificanti e chi ha avuto la forza di vederlo completamente, ha affermato che, nei confronti di quest'uomo, è stata applicata l'antica legge del "taglione".

Kushal Sharma e i suoi colleghi della lavanderia

L'uomo accusato di aver tentato di violentare la giovane minorenne, si chiamava Kushal Sharma e lavorava in una lavanderia del luogo chiamata Lal Singh. Secondo quanto riportato dai giornali locali, Kushai, ad un certo punto della giornata, è stato notato da un suo collega allontanarsi dal posto di lavoro per recarsi in un campo non poco distante.

Incuriosito da questo insolito comportamento, un suo compagno lo ha seguito e dopo averlo visto tentare di afferrare, con forza, la piccola ragazzina di dieci anni per stuprarla, è intervenuto, prontamente, bloccandolo. La giovanissima vittima, impaurita, ha iniziato ad urlare a squarciagola richiamando, a questo punto, l'attenzione di tutti gli altri lavoratori della lavanderia che sono riusciti a salvarla.

L'intervento della polizia

La polizia locale è intervenuta quando, ormai, l'uomo era già morto e non c'era più nulla da fare. Da quanto reso noto dalle autorità locali, sembrerebbe che la famiglia di Kushal non abbia voluto sporgere alcun tipo di denuncia di quanto è accaduto. In India la pedofila è considerata un crimine che merita di essere punito duramente anche con la pena capitale.

Chi commette reati sessuali, in questa nazione, rischia, veramente di essere messo a morte. Eclatante fu il caso, risalente a quattro anni fa, di quattro ragazzi condannati all'impiccagione per aver violentato, in gruppo, una studentessa indiana di 23 anni. A nulla valsero gli appelli di Amnesty International al tribunale competente per una commutazione della pena. Non solo il giudice confermò la condanna a morte, ma anche la maggioranza dell'opinione pubblica locale si schierò a favore dell'esecuzione della sentenza emessa.