Marinavano la scuola e si trasformavano in baby squillo pronte a soddisfare i desideri più estremi di facoltosi professionisti. L’importante giro d’affari è stato stroncato dai carabinieri di Avellino che hanno provveduto ad arrestate i ‘promotori’ dell’attività criminale. In manette sono finiti un settantenne di Mercogliano, un ottantenne di Lapio ed un cinquantenne originario del capoluogo irpino. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine i destinatari della misura cautelare (i più anziani sono finiti ai domiciliari) avrebbero avuto una condotta familiare alquanto equivoca.

I tre uomini avrebbero organizzato l’attività delle giovanissime sia sotto l’aspetto economiche che su quello su quello logistico. Almeno dodici le ragazze coinvolte nell'affare a sfondo sessuale e tra queste solo due erano maggiorenni. La vicenda ha sconvolto i residenti del capoluogo campano.

Marinavano la scuola per incontrare i clienti

In particolare è stato rilevato che quasi tutte le tutte le giovani coinvolte nel giro di prostituzione provenivano da famiglie benestanti. In buona sostanza le fanciulle erano pronte a tutto pur di arrotondare la paghetta settimanale. Le prestazioni andavano dai dieci ai cento euro e dipendevano dalla tipologia del 'servizio' offerto e dalla professione del cliente.

La maggior parte degli incontri intimi si consumavano nel retrobottega di un circolo ricreativo di Avellino. In altri casi le giovanissime incontravano gli uomini in luoghi appartati e magazzini. Al termine del blitz degli uomini dell’Arma è stato rimarcato che l’attività illecita si sarebbe svolta tra il 2016 ed il 2017.

Insospettabili nella lista a luci rosse

I tre arrestati devono rispondere di induzione e sfruttamento alla prostituzione minorile oltre che di atti sessuali a pagamento e violazione della legge Merlin. Gli inquirenti hanno riferito che sono stati identificati anche i clienti delle baby prostitute. Nello specifico sarebbe emerso che si tratterebbe di facoltosi e conosciuti professionisti di Avellino.

Il magistrato inquirente ha disposto ulteriori accertamenti per verificare eventuali responsabilità delle persone che consumavano rapporti intimi con le adolescenti. Nei giorni scorsi le forze dell'ordine avevano scoperto un caso analogo a Pesaro. In questo caso gli adescamenti delle minori avvenivano via WhatsApp e gli incontri si consumavano nei pressi di un centro commerciale.