Gianfranco Bettin e Luana Zanella hanno riferito all'Italia che il loro amico Loris Bertocco, di 59 anni, di Fiesso D'Artico, ha messo fine alla sua vita tramite la pratica del suicidio assistito, in Svizzera. L'uomo, invalido dall'età di 19 anni a causa di un incidente stradale, era rimasto paralizzato - perciò non autosufficiente - e la sua vista era drammaticamente peggiorata fino a perderla del tutto. La scelta di fare questo viaggio è stata sofferta ma non per se stesso: tentava di rendere il più sereno possibile il distacco dai suoi cari, ovvero dalla madre Renata, alla sorella, all'ex moglie e a Mirella, l'amica che gli è stata più vicina nell'ultimo periodo.

Chi era Loris

Loris è il quarto veneto che ha deciso di ricorrere al "fine vita" come soluzione alle sue sofferenze fisiche e morali. Ma durante la sua vita era stato attivista del Movimento Vita Indipendente per le persone con disabilità, esponendo descrizioni della sua vita difficile, degli affetti sempre presenti, delle difficoltà di essere riconosciuto come invalido dalle istituzioni e del loro scarso supporto. Parla anche di amore per la vita, che di giorno in giorno lui vedeva sempre più buia. E da qui cominciava a pensare alla scelta di effettuare il suicidio assistito in Svizzera: una scelta meditata a lungo e perciò riassunta in una lettera lasciata al mondo.

Oltre alla mancanza che i familiari avrebbero dovuto subire, Loris pensa ad affermare la dignità di ciascuno, a garantire che la volontà individuale sia rispettata anche qui in Italia, dove la legge è ferma da tempo.

Il testamento biologico in Italia

Il futuro su questa legge qui in Italia è ancora piuttosto incerto: in breve, è una legge che mira al conseguimento delle volontà terapeutiche di persone maggiorenni e con gravissime condizioni di salute, soprattutto di rinunciare a certi trattamenti al fine di evitare l'accanimento terapeutico, che talvolta prevede il ricorso a dei veri e propri esperimenti su esseri umani già sofferenti.

Fra le clausole c'è anche la possibilità del paziente di farsi sospendere l'alimentazione artificiale e di chiedere un coma indotto che lo porterà lentamente e senza dolore alla sospensione delle funzioni vitali e quindi alla morte. Il tutto, ovviamente, senza che avvengano dure battaglie giudiziarie già combattute dal padre di Eluana Englaro e Piergiorgio Welby. Purtroppo, a causa di alcuni esponenti sia del campo religioso che del campo politico, ciò resta molto difficile in Italia,