Nella giornata di sabato a Taranto, nelle acque del Mar Piccolo, la tartaruga Gaetana è stata ritrovata priva di vita sul fondo del mare, uccisa barbaramente. A ritrovarla legata ad un sasso sono stati due volontari dell'Arpec Puglia. Per l'esemplare femmina di Caretta caretta adulto non c'era più nulla da fare. Vana l'allerta di carabinieri, guardia costiera e Asl, che si sono occupati del recupero dello sfortunato rettile, massacrato senza pietà probabilmente da dei pescatori abusivi della zona. Sì, perché la pesca nel tratto di mare in questione, teoricamente, sarebbe vietata.

Siamo però in Italia, il Paese delle eccezioni, paradossi e dei "tarallucci e vino".

Un barbaro episodio

L'ipotesi al momento più accreditata vede la tartaruga Gaetana rimasta vittima di alcuni pescatori, che si sono visti l'esemplare Caretta caretta all'interno delle loro reti. Da qui sarebbe partito il gioco al massacro ai danni della creatura, colpita probabilmente con un remo. Per occultarne poi il corpo, hanno pensato bene di legarla con una corda ad un masso di tufo, spedendola sul fondo delle acque del Mar Piccolo. Il ritrovamento sabato mattina, per merito di due volontari della protezione civile a cavallo della regione Puglia.

A denunciare il barbaro episodio il Wwf. L'associazione ambientalista ha già annunciato che farà tutto il possibile per individuare i colpevoli di un atto tanto atroce nei confronti di un essere vivente che non aveva alcuna colpa, se non quella di essersi ritrovata all'interno delle nasse, le reti con cui i pescatori sono soliti svolgere la loro attività.

Illegalmente per quanto riguarda Mar Piccolo, un'area dove vige il divieto di pesca. L'assurdo trova posto nel campo reale, come sempre più spesso accade nel nostro Paese e non solo.

Il difficile passato

La tartaruga Gaetana era molto nota in città per via della sua storia. Già in passato, la Caretta caretta femmina aveva stretto il cuore degli abitanti di taranto per un caso analogo.

Il 9 gennaio di quest'anno era stata recuperata da due volontari all'interno del Parco Cimini, sempre nella città dell'omonima provincia in Puglia. Era ferita e aveva due ami in corpo. Dopo mesi di cure e riabilitazione, la tartaruga era stata lasciata nuovamente libera nelle acque del Parco. Qui ha vissuto per altri cinque mesi, prima di andare incontro ad una morte terribile. Il Wwf, nella nota di denuncia, esorta tutti ad impegnarsi nel combattere la pesca illegale nelle acque di Mar Piccolo.