Spirano venti di guerra. Per la prima volta dopo la Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti di America allertano i bombardieri b52, dotati di armi nucleari. A farlo, stavolta, è il presidente Donald Trump, preoccupato dalla crescente insistenza dei test nucleari da parte di Kim Jong-un e nel lancio dei missili della Corea del Nord. Qualora i B52 dovessero entrare in azione, potrebbero farlo nell'arco di appena 24 ore, dopo essere stati allertati dal Pentagono. Dalla Casa Bianca è già partito il messaggio di tenersi pronti, nonostante negli ultimi giorni non ci siano stati avvenimenti talmente gravi da indurre a una tale misura Donald Trump.

Il "ready alert" del Pentagono

Il “ready alert” sarebbe stato già diramato, come informano alcune fonti di stampa statunitensi, citando il Pentagono come promotore dell'iniziativa. Il generale Goldfein, a capo della squadra che guida i bombardieri, dal canto suo ha tenuto a specificare che i B52 non sono pronti per una missione specifica, ma che resteranno in stato di allerta per la situazione globale che si sta venendo a creare. Una situazione ad altissima tensione tra gli usa e la Corea del Nord, che ha ignorato ogni richiamo del Governo statunitense in merito ai test con le armi nucleari. D’altronde, le autorità di Pyongyang sono state le prime a comunicare in via ufficiale di essere in possesso di un’arma atomica dall’alto potere distruttivo.

L’iniziativa di schierare i B52 messa in atto da Trump potrebbe essere soltanto di un avvertimento per la Corea del Nord, ma tant’è. Lo scenario è quello della guerra, anche se non si combatte, nella speranza che non si arrivi mai a una misura colma tale da far scattare un attacco. I bombardieri, però, sono pronti sulla pista con le loro armi nucleari e ormai fuori dagli hangar, pronti a decollare qualora arrivasse un segnale dalla Casa Bianca.

Minaccia e non richiamo

Stavolta, il presidente Trump non si è limitato a una minaccia verbale nei confronti di Kim Jong-un. Ancora più preoccupante, però, è ciò che è stato dichiarato dal generale Goldstein, spiegando che al momento non si è pronti all'attacco, ma bisogna stare in allerta perché non è una situazione da escludere.

Insomma, la tensione è altissima, i test nucleari della Corea del Nord e l'atteggiamento di chiusura di Kim Jong-un hanno creato una situazione di grande allarme e soprattutto di grande pericolo, in particolar modo per gli statunitensi che intendono fermare sul nascere ogni tentativo nordcoreano di poter utilizzare armi nucleari e aggredire i Paesi vicini, in particolare i “nemici” della Corea del Sud. E Seul già da tempo ha attivato i sistemi di difesa militare.