Terrore in Scozia per un caso di violenza sulle donne che assomiglia quasi a un racconto dell’orrore dei migliori maestri del brivido.

Secondo quanto riportato dal locale giornale Metro, un uomo di cinquant’ anni, avrebbe violentato la compagna incinta prima con una bottiglia e poi con una stecca da biliardo. L’orribile gesto è stato compiuto dall’uomo semplicemente per tentare di farla abortire. Il motivo si celerebbe nel fatto che secondo l’uomo il bambino portato in grembo dalla compagna non sarebbe stato suo.

Episodio avvenuto anni prima

La violenza subita non sarebbe recente, ma avvenuta diversi anni fa.

E non sarebbe neanche la prima. Da ben sette anni la donna era vittima del proprio compagno-aguzzino. La vittima oggi si pente di non aver denunciato prima il suo aggressore, ma si giustifica asserendo di non averlo per paura.

Un sentimento simile sicuramente è quello che hanno provato molte attrici, tra cui la nostra Asia Argento, che hanno trovato il coraggio di parlare delle violenze subite da uno degli uomini più potenti del cinema hollywoodiano: Harvey Weinstein, punta di diamante della famosa casa di produzione Miramax. La Argento, tra l’altro, si è spinta oltre è ha denunciato anche altre violenze subite da registi italiani, pur non facendone ancora i nomi.

Sentenza attesa per gennaio

L’uomo scozzese, Michael Banks Gray, pare non fosse nuovo a violenze sulle donne.

Tra il 1987 e il 2012 pare abbia stuprato ben 18 donne. E così come nel caso di Weinstein, il coraggio di una ha aiutato le altre a venire allo scoperto. La sentenza per lo stupratore britannico, su cui pendono numerosi capi d’accusa, è attesa per il prossimo gennaio. La donna violentata con la stecca da biliardo invece, all’epoca, perse il suo bambino a causa della tortura subita.

Violenza dal proprio partner

La violenza praticata dagli uomini sulle proprie compagne non è così inusuale, spesso si va a dimenticare che avere una relazione o un legame coniugale, non implica automaticamente di poter disporre di un’altra persona a proprio piacimento, e soprattutto contro la volontà dell’interessata.

Risale a neanche un mese fa in Italia il caso di una ragazza che ha dichiarato di essere stata stuprata dal proprio fidanzato.

Una storia iniziata come tante nelle aule universitarie che ben presso si è trasformata in un incubo per la giovane donna. Costretta a fuggire in un’altra città da una lontana parente. A salvarla dal tunnel della depressione causata dalla violenza subita, l’aiuto di un centro antiviolenza e il trovare la forza di raccontare la propria storia.