Manifestazione senza precedenti ad Agrigento per chiedere alla regione siciliana ed alle autorità competenti di avviare immediatamente i lavori per mettere in sicurezza la Cattedrale di San Gerlando. L'edificio di culto rischia di crollare per il progressivo cedimento dei banconi calcarenitici da cui è costituita la collina su cui poggia da mille anni. Un evento franoso che minaccia, oltre il Duomo, anche diversi fabbricati a valle del costone e la viabilità collegata all'area.

La denuncia di monsignor Montenegro

Dopo la denuncia del Cardinale di Agrigento, monsignor Franco Montenegro, che ha segnalato all'attenzione dell'opinione pubblica una serie di intoppi burocratici che da tempo bloccano le risorse destinate ai progetti per consolidare la zona a rischio e salvaguardare la Cattedrale, diverse associazioni locali, parrocchie e categorie professionali si sono mobilitate per promuovere una 'marcia silenziosa' contro ritardi e inadempienze colpevoli.

In almeno 1.500 hanno risposto all'invito. I partecipanti hanno acceso, ciascuno, un lumino o una fiaccola ed hanno marciato insieme per due chilometri sino in cima al colle dove svetta il Duomo dedicato al santo patrono di Agrigento.

I torti della politica che ha abbandonato il centro storico

Un'iniziativa da cui si sono tenuti lontani i molti politici agrigentini, criticati in questi anni dalla popolazione e dalla Curia per lo scarso impegno manifestato verso la Cattedrale ed il centro storico in generale. E sulle inadempienze adesso sta svolgendo accertamenti anche la Procura della Repubblica di Agrigento per rilevare se vi siano gli estremi per aprire un fascicolo con il configurarsi di eventuali notizie di reato e responsabilità.

Una marcia silenziosa che ha voluto anche essere un grido di dolore di diverse centinaia di semplici cittadini e di qualche autorità civile e militare. Molto spesso la popolazione agrigentina ha pagato per la mancanza di tutele del territorio. Cinquant'anni fa una devastante frana ha colpito il centro storico, lasciando senza casa diverse centinaia di persone.

Anche allora la zona interessata fu quella del colle di Girgenti, ma allora il movimento franoso fu favorito dall'assalto dei palazzinari che costruirono senza piano regolatore ed in zone dalla fragile ed incerta costituzione geologica. Una famosa relazione, quella dell'urbanista Michele Martuscelli, illustrò la cause della frana e indicò alcuni rimedi.

Non venne ascoltato da chi doveva. Ben poco così si è fatto dalla frana del luglio del 1966 ad Agrigento per correre ai ripari attraverso opere idrauliche, di consolidamento e di rimboschimento. Lo stato di abbandono ha inoltre peggiorato la condizione della collina ed anche la cattedrale ha subito le conseguenze dei movimenti franosi. Adesso si teme per il suo futuro.