Amazon, la multinazionale statunitense, ha come da programma stabilito di proporre grandi offerte in occasioni del 'black friday'. La politica aziendale si è estesa anche in Italia ormai da anni, attraendo un sacco di scambi commerciali e di transazioni economiche durante il suddetto week-end. Quest'anno, però, un segnale molto forte è emerso da parte dei dipendenti, che durante questo periodo sono ovviamente costretti a fare straordinari per poter adempiere a tutti gli ordini ricevuti nei tempi veloci previsti dall'azienda. A Piacenza, dove si trova uno dei maggiori magazzini della società a livello europeo, i lavoratori, dopo ferventi discussioni, hanno deciso di unirsi, unendo le braccia davanti alle richieste di amazon Italia, considerate troppo oppressive.

500 dei 1600 lavoratori a tempo indeterminato della sede piacentini, coinvolti principalmente nella logistica e nelle spedizioni, si sono uniti ai rappresentati dei sindacati FISASCAT CISL, FILCAMS CGIL, UGL TERZIARIO e UilTUC UI.

Cosa contestano i dipendenti

Come riportato dal quotidiano 'La Stampa', il quale ha intervistato Francesca Benedetti rappresentante di FISASCAT CISL, i lavoratori sono particolarmente concentrati sull'ottenere i premi economici per le ore straordinarie fatte e condizioni lavorative meno stringenti. La rappresentante dichiara che: “L’obiettivo non è creare un danno economico all’azienda, ma solo un disagio che inevitabilmente subirà anche il cliente proprio per accendere l’attenzione sulle richieste dei lavoratori.

Siamo arrivati a questa decisione non a cuor leggero, perché trovare lavoratori dentro Amazon che ci mettano la faccia e si mettano in gioco è difficile, ma se sta accadendo vuol dire che le condizioni sono ormai diventate insostenibili”. Le iniziative dei sindacati, ebbene, non terminano qui. Le associazioni UILTUCS UIL hanno proclamato il blocco degli straordinari da parte dei lavoratori fino a fine anno, periodo scelto non a caso, in quanto corrisponde al picco di vendite effettuate dalla multinazionale.

Vogliamo che una minima parte dei guadagni di Amazon sia redistribuita ai ragazzi, perché i soldi ci sono” afferma Vincenzo Guerriero, sindacalista delle due sigle sovrastanti, e continua “Avevamo chiesto una cifra da dare a Natale in più perché questi lavoratori faranno turni massacranti, ma Amazon ha detto di no.

Qual è la logica dietro alle politiche aziendali di Amazon?

Richard Baldwin, nel suo libro 'The Great Convergence' ('La grande convergenza'), può aiutare a capire le dinamiche economiche che spingono Amazon e le altre grandi multinazionali e a valutare i propri dipendenti in un modo che ad essi non pare equo. Nel suo scritto, l'economista spiega come la globalizzazione possa essere divisa principalmente in due periodi: la 'vecchia globalizzazione', che ha avuto luogo dal 1820 circa al 1990, e la 'nuova globalizzazione', che sebbene recente ha rivoluzionato il commercio e lo scambio dei beni. La 'vecchia globalizzazione', ha inizio con la nascita del motore a vapore, che ha reso possibile il passaggio di un'economia nazionale quasi autarchica dove si scambiavano solo beni di lusso, al vero concetto di globalizzazione che è presente nel pensiero comune: ovvero uno scambio continuo di beni, che grazie all'abbattimento dei costi di trasporto ha reso accessibili ad una fascia maggiore di popolazione una vasta scelta di oggetti di consumo.

L'analisi illuminata di Baldwin, però, descrive anche il secondo periodo denominato 'nuova globalizzazione', che è contraddistinto da Internet e dai nuovi mezzi di comunicazione. Seguendo il ragionamento dell'autore, è da notarsi come l'abbassamento del costo della comunicazione tra un paese all'altro sia stato fondamentale per uno scambio di conoscenze. Infatti, potendo comunicare tramite Internet, molte nazioni sviluppate hanno potuto aprire sedi di produzione in paesi diversi, poiché essi potevano gestire il processo di fabbricazione ed insegnare il 'know-how', al nuovo personale, seppur quest'ultimi fossero in delle coordinate spaziali diverse da quelle dove l'idea del prodotto è stata concepita.

Ciò spiega la delocalizzazione di molte industrie, che sfruttano il minor salario richiesto di paesi più poveri a cui viene impartita la conoscenza gestionale e di produzione pratica. Per spiegare il pensiero dell'economista, ci si riferisca ad un esempio reale: la multinazionale Apple. Il processo pre-produttivo, come il design, il lavoro degli ingeneri che riguardano la creazione del modello del nuovo oggetto da costruirsi, è rimasto in California, mentre la fabbricazione vera e propria dei pezzi degli smartphone e dei laptop è delegata a dei dipendenti che risiedono in China. Il prodotto, prima di entrare nel mercato, viene seguito da altri dipendenti della multinazionale, collocati in California, i quali saranno concentrati ad adempiere ai servizi post-vendita e alla sponsorizzazione del prodotto.

Questo esempio, può far capire, come ad oggi, il vero 'valore' dell'oggetto in questione non sia dato tanto dalla costruzione vera e propria del cellulare, ma da tutti quei passaggi 'pre' e 'post' produzione che hanno creato la 'brand image' di Apple e alla grande pubblicità fatta dalla multinazionale

Tornando ad Amazon...

Nel caso di Amazon, anche se le dinamiche sono leggermente diverse, il principio di base è lo stesso. La multinazionale statunitense è conosciuta ed apprezzata globalmente per la grande disponibilità di prodotti, per la celerità delle spedizioni e per il concetto che ha voluto portare nel mercato, ovvero, in altre parole, che 'tutto è disponibile a tutti in breve tempo'. Per formare questa idea nelle mente delle persone, è stato necessario il lavoro di tanti dipendenti qualificati che pian piano hanno reso credibile, affidabile e sicuro il marchio, in quanto grazie alle loro doti gestionali e creative hanno trovato un modo per rispondere alla richiesta di milioni di persone nel mondo.

Ed è proprio questo il punto: Amazon è un punto di riferimento per i consumatori per il valore che gli si attribuisce, valore che è stato creato da tutta una serie di servizi e conoscenze appartenenti (almeno inizialmente) ai dipendenti americani. Per il colosso online, quindi, il lavoro di coloro che gestiscono la logistica, le spedizioni, la ricezione di merci ha poco valore, in quanto non sono questi dipendenti che fanno la differenza per la società. Inoltre, c'è da aggiungere, che per garantire la fiducia del pubblico comprante, Amazon richiede la massima efficienza, turni notturni e lavori pesanti a coloro che fanno parte sì dell'azienda, ma non la animano, o almeno non creano così tanto 'valore', poichè lavorano dietro le quinte.

La competizione è forte, e il lavoro degli impiegati è perfettamente sostituibile da altri, in quanto non prevede l'utilizzo di grandi competenze tecniche e conoscenze.

L'altro lato della faccenda: la domanda dei consumatori

La questione deve essere analizzata da più punti di vista. Il sistema economico ci insegna che l'offerta di beni nel mercato è sostenuta dalla domanda. Conseguentemente se c'è una così alta vendita di merce, significa che ci sono sempre più consumatori disposti e in attesa di comprarli. Analizzando quindi la situazione dal punto di vista della domanda, ci si trova a dover analizzare le decisioni dei singoli e il perchè sono così attratti dal possesso, dal materialismo compulsivo che si scatena in loro appena vedono la parola 'sconto'.

In questa operazione, è di aiuto Lucio Anneo Seneca, il quale nella sua opera 'De Vita Beata' (La vita felice), spiega le cause che rendono la vita di un uomo serena, scagliandosi contro la convinzione comune che la ricchezza e il possedimento di beni siano la soluzione che garantisca una vita felice.

Seneca

Il filosofo latino, esponente della corrente dello Stoicismo, espone fermamamente l'idea che l'accumulo di ricchezze – o presunte tali, dato lo sconto – non è una solida base sulla quale costruire una vita equilibrata e pacifica, in quanto i possedimenti come possono presentarsi all'improvviso nella vita di una persona, possono altrettanto facilmente andarsene.Mettimi in una casa ricchissima, mettimi dove oro e argento siano d'uso comune: non insuperbirò per queste cose che, se anche stanno in casa mia, sono al di fuori di me”, spiega il filosofo latino, aggiungendo che: [la differenza tra il saggio e lo stolto è] moltissima: la ricchezza in casa del saggio è una schiava, in casa dello stolto fa da padrona; alla ricchezza il saggio non concede nulla, voi invece concedete tutto; voi, pensando che le ricchezze vi siano state promesse per sempre,vi ci abituate e vi ci attaccate: il sapiente, invece, proprio quando sta in mezzo alle ricchezze pensa alla [possibilità della] povertà.

[…] Voi invece siete resi insolenti da una bella casa, come se non potesse andare a fuoco o crollare, e perdete la testa per delle ricchezze, quasi fossero al di là di ogni pericolo e tanto grandi che la fortuna non abbia sufficienti forze per distruggerle.”

Il filosofo ammonisce in modo molto deciso il comportamento di chi accumula possedimenti terreni, in quanto molto spesso si affida ad essi per stabilire il proprio valore all'interno della società ed affida ad esse il proprio benessere interiore. La lezione più importante che possiamo imparare dall'opera 'La vita serena' di Seneca è forse che: se riusciamo a rimuovere ciò che ci tormenta o ci atterrisce raggiungeremo una felicità e una libertà eterne; infatti al posto dei piaceri e delle piccole e fragili comodità, che nuocciono per i mali che producono, subentrano un'immensa gioia, duratura ed inalterabile, poi la pace, l'armonia dell'anima e la grandezza unita alla dolcezza: ogni ferocia è figlia della debolezza.”, senza farci ammaliare dall'apparenza di detenere qualcosa, che in realtà ci appartiene ma non è sicuro che ci apparterrà sempre.