Come se non bastassero le continue sparizioni di uomini e donne, sia in terra che in mare, ora a tenere col fiato sospeso un intero Paese, c'è un caso di scomparsa collettiva sott'acqua. "Desaparecida", alla lettera scomparsa nel nulla, è una comunità che navigava le acque profonde e gelide dell'Atlantico meridionale. Si tratta dell'equipaggio, composto da 44 militari tra cui una donna, del sottomarino argentino militare d'attacco, il TR-1700 di fabbricazione tedesca. Un mistero di cui, dopo ore di impasse, quando la notizia ormai cominciava a circolare, ha dato notizia la marina militare Argentina: da mercoledì dell'Ara San Juan si sono perse le tracce, dopo che si sono interrotte le comunicazioni.

Sono in corso ricerche con un notevole dispiegamento di mezzi, ma ancora senza esito. Per il momento i rappresentanti della Marina non l'hanno ancora voluto definire 'disperso' e parlano di comunicazioni interrotte. Sarà realmente così? E' solo un problema di comunicazioni, o lo scenario ipotizzabile è quello di una catastrofe?

Il silenzio degli abissi

Del sottomarino, che era partito dieci giorni fa dalla base nel mar della Plata, si sono perse le tracce a largo della Patagonia, Argentina meridionale. A bordo c'è anche il primo ufficiale donna della flotta sottomarina argentina. II Tr 1700, alimentato da motori diesel ed elettrici, doveva far ritorno alla base, a 400 chilometri a sud di Buenos Aires, da una missione di routine.

La Marina Militare ha chiarito attraverso il portavoce, Enrique Balbi, che da mercoledì le comunicazioni si sono interrotte, non sono riusciti ad avere un contatto a vista o a rada con il San Juan. E' in corso una vasta operazione di ricerca con navi e aerei intorno all'ultima posizione nota del San Juan, finora senza alcun risultato.

Il caso che sta angosciando l'Argentina, è nazionale ma anche internazionale. Il presidente, Mauricio Macri, ha annunciato che hanno dato disponibilità di partecipare alle ricerche i governi di Stati Uniti, Cile e Regno Unito per la vicinanza con le acque territoriali delle isole Falkland. Tutte le stazioni di comunicazione terrestre lungo la costa argentina, sono incaricate di ascoltare ogni possibile frequenze di trasmissione del sommergibile.

Che però continua a 'tacere'.

Cosa potrebbe essere accaduto

I vertici militari hanno finora smentito le voci secondo le quali a bordo del San Iuan, sarebbe scoppiato un incendio ed esclusa l'ipotesi di un attentato. Il portavoce Balbi ha invece ipotizzato che potrebbe esserci un problema alle batterie o di alimentazione elettrica, generata dai motori diesel, un black out totale. Ma in questo caso, il protocollo prevede che i sommergibili debbano subito riemergere in superficie. Lungo 65 metri, con un diametro di 7, entrato in servizio nel 1983, rimasto fermo tra il 2007 e il 2014, per essere ammodernato e prolungare la sua vita operativa di 30 anni, il San Juan è stato costruito nei cantieri tedeschi e fa parte di una flotta composta da altre 2 unità gemelle.

Mentre i rappresentanti della Marina cercano di sdrammatizzare precisando che a bordo ci sono ossigeno e cibo a sufficienza per l'equipaggio, e si rifiutano di parlare di emergenza, le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Julio Langani, uno degli ingegneri che ha monitorato la costruzione del mezzo, sono di ben altro genere. Secondo l'esperto, potrebbero essere surriscaldate le batterie, il che provoca l’emissione di un gas clorato, che risulta mortale per gli esseri umani. I presupposti di una catastrofe.