Ci troviamo in provincia di Brindisi e qui una madre disoccupata, che assiste le sue due figlie con gravi disabilità e sopravvive insieme a loro percependo solo una pensione di invalidità, si è vista togliere dalla ASL i presidi sanitari necessari ad una delle ragazze, minorenne e con una tetraparesi spastica che non le consente di camminare e le causa altre gravi problematiche di difficile gestione. Non si tratta di supporti che richiedono un esborso consistente, ma semplicemente di ausili quali cerotti, garze e guanti. Nel bilancio di una famiglia di questo tipo, però, è una spesa che può fare decisamente la differenza.

L'avvocato Zaccaria: 'La mia assistita chiede solo il materiale sanitario di cui ha bisogno la figlia'

Il taglio nella fornitura dei presidi medici è avvenuto il mese scorso e ha colpito anche altri nuclei familiari in situazioni complicate ma ritenuti in grado di prestare cure adeguate ai loro parenti con gravi disabilità perché giudicati 'esperti'. Il provvedimento ha fatto seguito al nuovo assetto relativo all'Assistenza Domiciliare Integrata, attivato con una deliberazione della Asl brindisina varata alla fine di agosto, che ha portato all'entrata in vigore di un nuovo protocollo operativo. Affiancata dall'avvocato Pier Paolo Zaccaria, dunque, la donna ha deciso di rivolgersi alla Procura della Repubblica della provincia pugliese.

Il legale, logicamente, non discute la validità del cambiamento normativo ma pone l'accento sul fatto che la sua assistita non abbia richiesto l'ADI, che rappresenterebbe un costo ben più elevato per la sanità della regione e comunque non sarebbe sufficiente a coprire l'intero arco temporale di 24 ore, bensì semplicemente la possibilità di continuare a ricevere un materiale sanitario poco dispendioso e fondamentale per la sua situazione.

Violato l'articolo 32 della Costituzione italiana

Secondo l'avvocato Zaccaria, non è possibile porre in essere un modello assistenziale che prescinda da interventi volti alla valutazione del singolo caso. Dal suo punto di vista, la vicenda che ha colpito la sua assistita potrebbe integrare il reato di interruzione di pubblico servizio, nonché violare l'articolo 32 della nostra Costituzione, atto alla tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini. A questo punto, non resta che attendere l'arrivo di risposte da parte dell'Azienda Sanitaria Locale.