Proprio nei giorni scorsi si è parlato molto dell'ISIS (Islamic State of Iraq and Syria), poiché il generale Paul E. Funk, ha affermato che, nonostante la città di Raqqa sia stata riconquistata, assestando un colpo decisivo al Cliffato, questo non vuol dire che l'ISIS sia morto. Anzi, può diventare sempre più pericoloso poiché i Servizi Segreti hanno difficoltà a tracciare i movimenti dei "lupi solitari" in mancanza di un potere centrale. Le parole del generale Funk si sono rivelate profetiche, poiché poche ore dopo la dichiarazione del generale Daesh (al-Dawla al-Islamiya al-Iraq al-Sham), è stato eseguito un attentato a Manhattan, dove 8 persone hanno tragicamente perso la vita.

Andiamo a vedere nel dettaglio la notizia.

Attentato a Manhattan

Nelle scorse ore, un "lupo solitario" dell'Isis ha colpito il quartiere di Manhattan, a New York. Il ventinovenne dell'Uzbekistan, uno stato dell'Asia Centrale, è entrato a tutta velocità in una pista ciclabile vicina al World Trade Center, falciando 8 persone che hanno perso la vita e ferendone una dozzina. Tra i feriti anche due bambini. L'attentatore è stato riconosciuto dalle forze dell'ordine come Sayfullo Habibullaeric Saipor, un uomo che viveva a New York dal 2010. Ma come facciamo a sapere che l'atto terroristico sia da imputare proprio all'ISIS, e non sia un terribile episodio compiuto da uno squilibrato senza motivo come il precedente avvenuto a Los Angeles in cui hanno perso la vita 58 persone?

Biglietti

Un poliziotto ha affermato alla CNN (Cable News Network), che l'attentato è sicuramente da imputare all'ISIS, poiché nel camion di Sayfullo Habibullaeric Saipor è stato trovato un biglietto in cui si affermava che l'atto terroristico sia stato fatto in nome di Allah. Come riporta il The Guardian il terrorista è stato colpito all'addome non appena è uscito dal veicolo.

Attualmente Saipor è in condizione critiche in un ospedale, di cui non ne è stato ancora diffuso il nome, ma i dottori si aspettano che sopravvivrà. Ma questo non è l'unico orrore che è stato fatto in nome di Allah, poiché dopo la liberazione di Raqqa, una donna yazida ha descritto cosa ha dovuto patire non appena lei e le sue figlie sono state catturate dal Califfato e rese schiave. Aspettiamo nuove notizie dal campo della sicurezza internazionale, sperando che attentati come questi non debbano ripetersi più. A voi i commenti.