Roma ancora protagonista dei fatti che coinvolsero le baby escort del quartiere Parioli; Netflix ha deciso di "adottare" le loro storie e riproporle in una nuova serie televisiva. Verranno raccontati i fatti realmente accaduti nel 2014.

Narrata la vera storia

Circa quaranta clienti si intrattenevano con queste ragazzine per avere dei rapporti intimi; la maggior parte di essi pagava con contanti, altri le offrivano cocaina. Venivano riprese durante i rapporti intimi e il commercialista coinvolto nello sfruttamento della prostituzione, pensava a mettere in rete quei video.

Coinvolta nel giro, anche la madre di una di esse che sapeva e costringeva la figlia a prostituirsi; gli appuntamenti delle ragazze di 14-15 anni con i clienti si svolgevano in un appartamento dei Parioli.

I principali uomini coinvolti nel giro di prostituzione furono: Mirko Ieni, il promotore di tutto accusato anche di aver fornito droga alle due ragazze, Nunzio Pizzacalla e due clienti principali Riccardo Sbarra e Marco Galluzzo accusati anche di aver diffuso i video pedopornografici.

Mario De Quattro, altro cliente delle giovani, venne accusato di estorsione: voleva ottenere 1.500 euro e per averli, avrebbe minacciato le ragazze di diffondere le immagini.

Netflix "adotta" le baby escort

Antonio Le Fosse, Giacomo Mazzariol, Eleonora Trucchi, Marco Raspanti, e Re Salvador sono gli autori della nuova serie tv che andrà in onda su Netflix e che parlerà dei fatti avvenuti nel 2014.

"Baby", il nome della serie drammatica che andrà in onda con 8 puntate e che verrà interamente girata il prossimo anno.

Verrà raccontata la storia delle ragazze che, per andare con i clienti, fingevano di essere maggiorenni; Ieni le pressava e diceva loro che dovevano avere più clienti per fare più soldi anche perchè una parte del denaro doveva andare proprio a lui.

Le ragazze non potevano scegliere da sole i clienti, anche se avevano chiesto di non avere mai incontri con giovani ragazzi di vent'anni che avrebbero potuto riconoscerle.

I clienti non sapevano dunque che le ragazzine fossero minorenni e avrebbero testimoniato di averle viste sempre truccate e con i tacchi e che mai avrebbero pensato di avere dei rapporti con dei minori. Una delle ragazze agli inquirenti avrebbe confessato che in quei momenti si sentiva maggiorenne, aveva piena libertà e poteva comprarsi molte cose con quei soldi.