Carlo Petrini aveva prospettato uno scenario simile nel libro il ‘calciatore suicidato’. Era sceso a Cosenza per raccogliere testimonianze per ricostruire gli ultimi istanti di Denis Bergamini. L’incredulità dei genitori e tanti lati oscuri da chiarire con l’ex giocatore della Roma, che nel suo resoconto aveva parlato di clima omertoso durante il suo soggiorno calabrese. A distanza di anni, quei sospetti sono stati suffragati da una perizia che ha stabilito che il ferrarese non si è suicidato. Denis fu ritrovato privo di vita ventotto anni fa sulla statale 106.

All’epoca, si stabilì che il centrocampista si era fatto volontariamente investire dal camion per togliersi la vita. Un’ipotesi alla quale la famiglia non ha mai creduto e da quel momento è iniziata una lunga battaglia giudiziaria che è sfociata nella riapertura del caso. La perizia ha sgomberato il campo da qualsiasi dubbio: il 18 novembre del 1989 Bergamini fu strangolato da qualcuno.

Strangolato e posizionato davanti al camion

In seguito, il calciatore del Cosenza fu portato a Roseto Capo Spulico ed adagiato davanti ad un camion per simulare il suicidio. Le cause che hanno determinato il decesso del giovane emiliano sono state riferiti dai periti del pubblico ministero al Gip nel corso dell’incidente probatorio.

Nel corso dell’udienza i legali di Isabella Internò, all’epoca fidanzata del centrocampista, e Raffaele Piano, autista del camion, hanno sollevato diverse eccezioni che non sono state recepite dal giudice. Dopo cinque ore il magistrato ha stabilito che l’inchiesta deve procedere partendo dall'inequivocabile dato di fatto che Denis è stato ucciso.

Al termine dell’udienza è stato sottolineato l’ottimo lavoro effettuato dal punto di vista scientifico dai super periti nominati dal procuratore capo Facciolla.

'E' stata stabilita una prima verità'

Non è da escludere che nelle prossime ore vengano ascoltati nuovamente la Internò e Piano per puntellare ulteriormente lo scenario del delitto ed aggiungere elementi rilevanti per individuare i responsabile del delitto avvenuto per soffocamento.

La sorella del ferrarese ha assistito all'incidente probatorio ed ha riferito che una prima verità è arrivata: 'Ora aspettiamo di conoscere le altre'. Donata Bergamini è stata accompagnata dalla sorella di Cucchi: 'Anche per mio fratello Stefano siamo vicini alla svolta'.