Il blitz nella baraccopoli della Collatina è cominciato all’alba di questa mattina, per i controlli sono stati impegnati più di cento Carabinieri. Quello della Collatina è lo stesso campo nomadi dove Mario Seferovic, detto Alessio il Sinto, legò e violentò due ragazzine di 14 anni. I militari hanno effettuato controlli nelle abitazioni e nelle aree circostanti di via Salone, alla ricerca di sostanze stupefacenti, armi, refurtiva, controllo di persone sottoposte a misura restrittiva e controlli per il rispetto delle normative ambientali.

Primo bilancio del blitz

Quello della Collatina è il più grande campo nomadi della capitale, la baraccopoli ospita il più alto numero di residenti con precedenti penali. Durante le operazioni i carabinieri del comando provinciale hanno sequestrato decine di dosi di sostanze stupefacenti, due persone sono state arrestate per detenzione ai fini di spaccio. Scoperte dieci persone nel campo nomadi sprovviste di documenti, sono stati portati in caserma per accertamenti, rischiano l’espulsione, altre cinque persone sono state fermate con l’accusa di furto di energia elettrica con allaccio abusivo, i cinque fermati non erano censiti nel campo di via Salone.

Nella maxi operazione effettuata questa mattina dai carabinieri, sono stati rilevati abusi sulle norme in materia ambientale, le autorità hanno notificato il ripristino dello stato dei luoghi.

L’imponente dispiego delle forze dell’ordine ha visto impegnati i carabinieri del Comando Provinciale di Roma, il NOE - Nucleo Operativo Ecologico -, il reparto cinofili e personale dell’Acea.

'Basta Roghi!'

Lo striscione apparso pochi giorni fa, nei pressi di via Salone, non lascia dubbi sulle intenzioni dei residenti del quartiere.

Sullo striscione appeso ad un muro a ridosso del campo nomadi c’era scritto: “Basta roghi! Volete la guerra? Noi siamo pronti”. Fabrizio Montanini, portavoce del coordinamento del comitato di quartiere dichiara: “Le istituzioni non danno risposte credibili, è stato richiesta la chiusura immediata dei campi nomadi. Questi posti non sono altro che un covo di delinquenti, qui non c’è controllo e vige l’illegalità.

Abbiamo chiamato in causa il ministro Minniti, ma non ci è stata data alcuna risposta”.

Il campo nomadi della Collatina è tristemente noto per le sue innumerevoli vicende riguardanti attività criminali. Da roghi di materiale tossico a prostituzione, passando per lo spaccio di droga alla violenza sessuale, il più grande campo rom della capitale è sempre teatro di illeciti. I residenti della zona circostante hanno addirittura paura di parlare temendo ritorsioni. Una 'terra di nessuno’ dove anche le forze dell’ordine faticano a tenere sotto controllo chi entra e chi esce.