Le ricerche di Igor sono cessate da mesi con il killer che è ancora "uccel di bosco", ma le polemiche relative al fallimento della caccia all'uomo non accennano a placarsi. Questa volta a rinfocolare il dibattito sono delle dichiarazioni provenienti niente di meno che dalla Questura di Ferrara, che accusano i Carabinieri di non essersi coordinati con le altre forze di polizia e di non avere condiviso le informazioni in loro possesso. E' quanto emerge da un atto depositato presso il Giudice per le Indagini Preliminari di Ferrara in opposizione all'archiviazione dell'esposto presentato dai figli di Valerio Verri, seconda vittima dell'omicida.

Secondo loro il padre sarebbe stato mandato allo sbaraglio nel territorio dove si nascondeva il killer. Un documento a cura dell'avv. Fabio Anselmo che ricostruirebbe ciò che non sarebbe funzionato nei giorni seguenti al tentativo di rapina culminato con l'omicidio del barista.

Scarso coordinamento tra forze dell'ordine

Tra il primo ed il secondo omicidio commesso da Igor ci sarebbe stata scarsa coordinazione tra polizia e carabinieri. Elemento che sarebbe confermato anche da un comunicato della Questura risalente al giugno scorso dove questa afferma di essere entrata a conoscenza di informazioni dell'epoca dai giornali e non dagli organi preposti, nonostante fossero organizzate riunioni di comitato tecnico.

Le accuse dei figli di Verri

Nel testo di opposizione all'archiviazione presentato dal legale dei figli della seconda vittima si legge che "I carabinieri di Ferrara non avrebbero potuto non essere a conoscenza del fatto che Norbert Feher fosse fortemente indiziato dell'assassinio di Davide Fabbri. E avrebbero saputo che si nascondeva nelle campagne dove poi uccise Valerio Verri.

Secondo le accuse avrebbero saputo ma avrebbero omesso di informare la Questura ed il Comitato provinciale per la sicurezza, che se fossero stati al corrente avrebbero potuto coadiuvare le indagini e sospendere le attività dei volontari antibracconaggio, evitando in questo modo l'uccisione di Verri.

Secondo la ricostruzione dei fatti presentata dall'avvocato, dopo la rapina alla guardia giurata risalente al 30 Marzo e l'omicidio di Davide Fabbri del primo Aprile sarebbe stato capito che il killer era Igor, fatto che sarebbe stato confermato dal fatto che la magistratura dispose l'intercettazione di una utenza telefonica che si pensava fosse nella sua disponibilità.

I sospetti sarebbero stati su Igor, e si sapeva anche dove avrebbe potuto nascondersi. L'avvocato sostiene che non corrisponderebbe al vero il fatto che solo l'8 Aprile, dopo l'omicidio di Verri e la testimonianza della guardia provinciale che era con lui e che rimase gravemente ferita, si sarebbe saputo di Igor. Tra l'altro il 3 Aprile furono scoperti i resti di un giaciglio dove l'assassino avrebbe riposato, reperti dal quale si sarebbe potuto ottenere il Dna da comparare con quello lasciato due giorni prima a Budrio. Ma questi resti furono inviati ai Ris solo due settimane dopo.