Abusi, violenze, scarse condizioni igieniche e continue sevizie fisiche e psicologiche.

Questa la terribile realtà delle soldatesse arruolate presso l’esercito nordcoreano, a servire la causa della dittatura che oggi fa capo a Kim Jong-un, guida suprema della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

Il racconto

Una verità sotterranea da sempre taciuta che trova conferma nelle parole di Lee So Yeon, oggi quarantunenne, arruolatasi come volontaria a soli diciassette anni per poter garantire, così come molte altre soldatesse, una fonte di sostegno economico alla famiglia.

Lee dopo dieci anni di servizio, come rivela nel suo drammatico racconto alla BBC, decide di abbandonare l’esercito e fuggire attraverso la Cina, per raggiungere infine Seul, e lasciarsi alle spalle quella vita fatta di soprusi.

Le donne erano costrette ad affrontare i medesimi addestramenti riservati agli uomini, talmente duri e debilitanti, in quanto associati alla malnutrizione, da portare nel giro di pochi mesi all’interruzione del ciclo mestruale per la maggior parte delle soldatesse; un sollievo, confessa Lee, perché vi era un qualcosa in meno di cui doversi preoccupare.

Quelle che ancora avevano le mestruazioni si ritrovavano a riutilizzare panni di lino sporchi, poiché le assorbenti non venivano fornite all’esercito.

Le scarse condizioni igieniche

Le condizioni igieniche nelle caserme risulterebbero indicibili: «Come donna, una delle cose più dure è che non possiamo fare la doccia correttamente».

Queste le parole dell’ex soldatessa, che per anni ha condiviso con altre dodici camerate un alloggio angusto, dove i letti erano fatti con materassi in paglia di riso che aumentavano notevolmente la sudorazione e, dunque, i disagi dal momento che erano sprovviste di acqua cada e per lavarsi era necessario utilizzare una doccia spartana realizzata con un tubo collegato ad una fonte di montagna, dalla quale spesso spuntavano serpenti e rane.

Violenze ed abusi

A far parte della routine quotidiana anche le violenze sessuali. Non vi era una suddivisione dei bagni tra uomini e donne, che spesso erano costrette a subire aggressioni da parte del comandante della compagnia che non di rado si tratteneva per ore nelle stanze della truppa a lui assegnata e violentava coloro che si ritrovavano sotto il suo comando.

Sebbene questo genere di abusi prevedano sette anni di reclusione, non rappresentano un monito dal momento che quasi nessuna delle vittime sarebbe disposta a testimoniare denunciando le molestie.

Un ulteriore tassello che va ad arricchire il desolante mosaico della condizione popolare in Corea del Nord.

Solo pochi giorni fa il caso del giovane soldato disertore ricoverato in un ospedale nei pressi di Seul, nel cui apparato digerente sono stati ritrovati più di una decina di parassiti, e che va ad aggiungersi alle condizioni riscontrate nelle disertrici affette da epatite B e tubercolosi, come rivelato dai medici sudcoreani.