Un efferato delitto. E' stato arrestato dagli inquirenti Marco Longo, originario di Livorno, la guardia giurata di 33 anni che ha ucciso il marocchino Hamdi Fathel di 32 anni, a Piombino. L'uomo ha confessato di avere ammazzato l'extracomunitario perché il migrante gli aveva rubato il cellulare. La vittima era stata trovata legata al letto e carbonizzata martedì scorso.

La ricostruzione del brutale omicidio

Marco Longo è stato interrogato ieri sera dal Pm Fiorenza Marrara. L'uomo ha raccontato la dinamica dell'omicidio, e le motivazioni del gesto folle che ha compiuto.

Molto di quello che ha riferito ha trovato un riscontro certo sugli elementi acquisiti dalla magistratura secondo il procuratore Ettore Greco. Il presunto colpevole infatti ha detto di avere ucciso il marocchino sperandogli con una beretta 7.65 perché la vittima gli aveva rubato il cellulare. Il Longo ha esploso tre colpi di pistola, ferendo mortalmente l'extracomunitario due volte al petto e uno alla testa. Una versione che è stata confermata dall'esame tac fatto sul cadavere e che solo l'assassino poteva conoscerne tutti i particolari. Dopo l'omicidio, il sospettato ha raccolto da terra il bossolo del proiettile che aveva colpito al cranio la vittima ed è andato a cercare il telefonino rubato.

Poi, per depistare gli inquirenti, ha recuperato il cellulare, ha legato al letto il magrebino e ha dato fuoco alla stanza.

L'arresto in un centro estetico

Marco Longo era stato fermato in un centro estetico di Venturina, in Toscana, grazie ad un'operazione di polizia messa a segno dai Carabinieri e poliziotti in un blitz. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'omicida era andato a trovare nel suo appartamento il marocchino armato di pistola, perché sapeva che quest'ultimo possedeva un coltello.

I due si conoscevano da molto tempo e all'origine dei loro litigi c'erano diversi motivi. L'ultima discordia riguardava una somma di denaro che corrispondeva al valore del cellulare, che l'extracomunitario aveva rubato all'omicida. La vittima era un personaggio già noto alle forze dell'ordine, aveva infatti scontato da poco una condanna per spaccio di droga, mentre il Longo era un tossicodipendente per eroina.

L'accusato ha anche raccontato durante l'interrogatorio di avere detto alla vittima, uscita da poco dal carcere nei giorni precedenti, che non voleva avere più a che fare con lui. Forse questo è stato il motivo scatenante alla base del furto.