La sola ristrutturazione del debito non salverà i venezuelani dalla profonda crisi in cui sono precipitati. Il Venezuela è alla disperata ricerca di un'intesa con i creditori privati per rinegoziare 64 miliardi di debito pubblico, mentre migliaia di cittadini sono in fuga dal Paese, alla ricerca di una nuova e dignitosa esistenza.

La situazione politica in Venezuela ha effetti anche sulla Colombia

Secondo la cancelliera colombiana Maria Angela Holguin, la crisi economica e politica che sta attraversando il Venezuela, rischia di compromettere gravemente anche la Colombia.

Stando alle stime presentate dal Governo colombiano, in un anno e mezzo più di 400.000 venezuelani hanno attraversato la frontiera. A costoro vanno aggiunti i circa 500.000 colombiani che si erano trasferiti in Venezuela durante gli anni del boom petrolifero, e che adesso per sfuggire alla crisi stanno tornando in patria.

Un gran numero di venezuelani, dunque, sta cercando disperatamente di allontanarsi dalla crisi politica e sociale del proprio Stato, e questa situazione potrebbe diventare una minaccia per la Colombia che sta faticando non poco nel cercare di preservare e consolidare la pace interna da poco acquisita.

Il crollo sotto il Chavismo

Il Venezuela, ormai da molti anni, è alle prese con un crollo della produzione di petrolio.

Al momento il Paese sudamericano esporta all'incirca 1,5 milioni di barili al giorno, con una produzione che sfiora i 2 milioni di barili, impegnata al 36%. Le quotazioni del greggio dovrebbero salire per frenare la mancanza di beni e per far sì che si possano ripianare i debiti contratti con i partner russi e cinesi. Queste ipotesi, tuttavia, sembrano non solo impossibili da realizzare, ma anche insufficienti a risolvere i problemi generali del Paese.

La ristrutturazione dell'ingente condizione debitoria, infatti, non basterebbe a salvare i cittadini dalla pesante crisi che stanno affrontando. Il Venezuela, ad oggi, può contare su una riserva di 10 milioni di dollari forniti da Cina e Russia.

A Cucuta allegria e tristezza sono i sentimenti dominanti

Negli ultimi tre mesi migliaia di venezuelani, soprattutto donne con bambini piccoli, stanno scappando verso Brasile, Cile, Ecuador e soprattutto Colombia, con una sola valigia in mano e tanta voglia di una vita migliore.

In queste persone albergano sentimenti contrastanti: da un lato la felicità nell'abbandonare un Paese ormai perseguitato dalla crisi; dall'altro il dolore nel dare l'addio alla propria terra d'origine. Ma ormai i venezuelani sono stanchi di non riuscire a reperire nemmeno le medicine per i loro bambini, il cibo o addirittura i prodotti per l'igiene personale.

Fuggono dal Venezuela di Maduro, ma fiduciosi che un giorno potranno tornare in patria dalle loro famiglie. Coloro i quali non hanno nemmeno il denaro per le pratiche per il passaporto, oppure gli anziani che non hanno la forza di ricominciare una vita altrove, scelgono di restare nel loro Paese, con la speranza che prima o poi qualcosa cambierà.