L'Isis, sebbene sconfitta in Siria e in Iraq, è una realtà non ancora debellata del tutto, una realtà che suscita ancora paura poiché l'abitudine, per così dire, di minacciare e destare allarmismi vari non è un ricordo lontano, ma un presente fin troppo tangibile.

L'ultima minaccia, apparsa sul web, riguarda Roma. In un'immagine raffigurante un uomo intento a guidare verso la basilica di San Pietro, a suscitare profonda inquietudine è la scritta 'Christams Blood', che tradotto significa, 'Natale di sangue. Parole queste che se, da un lato, per il Vaticano non rappresentano un pericolo concreto, dall'altro, per i media americani sono da prendere in considerazione, parallelamente alla varie minacce che la Città Eterna ha subìto da quanto l'Isis ha cominciato la sua guerra.

La minaccia

Nell'immagine diffusa sul web dalla Wafa Media Foundation (un'organizzazione ritenuta molto vicina al sedicente califfato islamico e specializzata in questo tipo di propaganda) si vede un terrorista con le mani sul volante in via della Conciliazione, a Roma, in direzione verso la basilica di San Pietro, armato di mitra e uno zainetto sul sedile anteriore, di fianco al conducente. Dallo specchietto retrovisore si vede che l'uomo indossa un passamontagna nero. L'immagine reca - in alto a sinistra - la scritta 'Christmas Blood' (Natale di sangue) e, immediatamente sotto, un'altra scritta terrificante: 'nell'attesa'.

Rischio concreto o propaganda?

Secondo il Vaticano, si tratta di una minaccia inquietante che non ha nessun dato veridico.

Siffatta minaccia non deve destare allarmismi, non rappresenta un pericolo concreto. Eppure i media americani, riportando l'immagine della basilica di San Pietro, sottolineano che - negli anni scorsi - più volte i jihadisti hanno minacciato la Città Eterna. Che si tratti di una mera immagine fine a se stessa, che si tratti di un'immagine postata con il solo obiettivo di incutere paura, angoscia e ansia, che si tratti di una reale minaccia che avrà un riscontro effettivo nella realtà, il contenuto che ne emerge non deve essere assolutamente sottovalutato.

I casi precedenti in Paesi diversi

La minaccia al Belpaese è l'ultimo di una serie di minacce seguite da veri e propri attacchi con numerose vittime e feriti innocenti, la cui unica colpa - forse - è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, risalenti al periodo natalizio. Una festa, quella del Natale, intrisa di un simbolismo così forte da attrarre a mettere in azione lupi solitari e organizzazioni terroristiche.

Tanto le feste natalizie, quanto la minaccia apparsa sul web attraverso un'immagine postata dalla Wafa Media Foundation, dagli analisti ritenuta molto vicina all'Isis - e resa nota da Site, il sito gestito da Rita Katz, che monitora le attività dello jihadismo online, riporta alla memoria la strage di Berlino avvenuto nel dicembre scorso, quando un camion a tutta velocità si fionda sulla folla intenta a fare acquisti tra le bancarelle.

E ancora, nel 2015, ad un party natalizio, in California, un terrorista armato di fucile si è reso protagonista di un macabro massacro. Forse, è per questo motivo che, il sindaco di Parigi ha proibito l'allestimento dei tradizionali mercatini di Natale, suscitando, conseguentemente, le proteste dei cittadini.