I furti in Italia sono in aumento, questo è dovuto sicuramente alla grande crisi che sta attraversando il nostro Paese ma anche a causa della negligenza dello Stato nella tutela del cittadino. Imprenditori, più o meno piccoli, sono sempre più spaventati dai furti nei capannoni delle loro aziende, specialmente al Nord del Paese.

Lo sfogo del figlio dell'imprenditore

Un servizio della Rai ha riportato la storia particolare di un imprenditore che dorme nella sua azienda a causa dei numerosi furti subiti nel tempo. La giornalista però incontra il figlio del titolare, il padre è a riposare, e ci scambia due chiacchiere: "L'Italia è un paese di m..." dice il ragazzo, "mio padre è costretto a dormire e mangiare qui, viverci insomma" questo perché l'azienda ha subito tantissimi furti che gli sono costati parecchio.

La mancanza dello Stato, soprattutto della sicurezza, in certe zone del nostro Paese è disarmante; migliaia di piccoli e medi imprenditori vengono tartassati di tasse ma in cambio non gli si offre che un "pugno di mosche". Fare l'imprenditore in Nord Italia è un impresa eroica al giorno d'oggi, quasi che se non fallisci a causa delle tasse fallisci per colpa di rapine e furti. "Se cede terreno ti vuotano il capannone ogni giorno" continua il ragazzo, il padre per questo motivo ha traslocato il letto vicino ai macchinari del mestiere per non arrivare una mattina e non trovare più niente. "E' diventata come una casa, ci cuciniamo e ci dormiamo" spiega, e inoltre si sono dotati anche di armi bianche come coltelli e balestre che tengono vicino al letto in caso di necessità.

Il ragazzo dice chiaramente che si vergogna di essere italiano, "siamo dei c... che pagano le tasse e basta". Riguardo la legittima difesa il figlio del proprietario è stato chiaro "se oltrepassi il cancello senza autorizzazione è giusto che io ti spari".

Luca Zaia a fianco dell'imprenditore

Il governatore della regione Veneto si schiera con la famiglia del titolare dell'azienda pubblicando sulla sua pagina Facebook proprio il video dell'intervista e commentandolo così: "E' difficile non comprendere lo sfogo del ragazzo".

Dopo l'apologia delle parole di sfogo pronunciate dal ragazzo zaia spiega che questa "non è vita", chi possiede un'attività non può e non deve essere lasciato solo dalle istituzioni. Io aggiungerei: "anche perché di tasse ne paghiamo tante" e se lo Stato vuole continuare a ricevere le imposte deve permette che le persone possano lavorare tranquille.