Vita dura a Londra per i ciclisti. Sono ben note le difficoltà di mobilità nella capitale del Regno Unito, seppure la grande diffusione ed efficienza dei mezzi pubblici spostarsi in città con mezzi privati è molto difficoltoso. Se con la propria auto è ci si deve arrendere alle lunghe code, spostarsi sulle due ruote può risultare particolarmente difficoltoso e cosa ben più grave pericoloso per l'assenza di piste ciclabili. Paragonata a città come Amsterdam o altre del Nord Europa, la situazione è molto più critica.

I cicloattivisti la chiamano ‘guerilla cycle lane’

Oxford Street è conosciuta in tutto il mondo per essere una delle vie più frequentate di Londra. Ubicata nel borgo di Westminster è lunga 2,5 chilometri ed è riconosciuta come una delle strade più famose dello shopping globale. Più di trecento punti vendita dei brand di fascia più alta a livello internazionale. Il sindaco laburista Sadiq Khan ha lanciato alcuni ambiziosi progetti per contrastare l'inquinamento atmosferico della capitale inglese. Tra i vari progetti presentati c'è quello di rendere proprio Oxford Street interamente pedonale, servita da ben quattro stazioni della Metropolitana e in superficie da numerosi mezzi pubblici. Veicoli, auto, taxi e anche alcuni bus potrebbero finire nel mirino del progetto di riqualificazione, ma non solo, anche le biciclette potrebbe essere vietate lungo la via.

Diffusa questa notizia i cicloattivisti inglesi si sono subito mobilitati per sensibilizzare l'opinione pubblica inglese, in particolare della capitale su questo assurdo divieto. La bicicletta in città è un mezzo ecologico, veloce a basso impatto sul traffico e sull'Ambiente. Necessita però di regole e soprattutto di piste ciclabili, che a Londra mancano gravemente.

La compagnia assicurativa ETA pronta a sostenere il progetto

Yannick Read è un cicloattivista che non si è lasciato scoraggiare da questa notizia, ma si è messo al lavoro per creare provocatoriamente un'invenzione per sopperire alla mancanza di piste ciclabili. L'ha chiamata 'guerilla cycle lane' ed ha subito avuto l'appoggio di molti colleghi ciclisti.

Non è finita qua. La compagnia di assicurazioni ciclistiche ETA ha notato il progetto e ha voluto sostenerlo. La compagnia infatti è pronta a sostenere anche economicamente il progetto. Siamo di fronte a una provocazione, effettivamente il dispositivo farà più rumore a livello mediatico che utilità in ambito pratico, ma l'inventore è riuscito sicuramente nell'intento di diffondere questa problematica tra la cittadinanza.