Si sarebbe fatta saltare in Italia o, comunque, avrebbe partecipato attivamente a un attentato in Italia. Per questo motivo, il Ministero dell'Interno ha deciso di allontanare dal Bel Paese la 22enne Fatma Ashraf Shawky Fahmy. La donna, originaria di Giza, viveva ai Milano con i genitori e i fratelli. Portava sempre il velo integrale e parlava raramente con estranei. Gli investigatori italiani, però, hanno scoperto che l'egiziana si era radicalizzata, aveva contatti con molti jihadisti e reclutatori. Per gli uomini della Digos, Fatima si era avvicinata allo Stato Islamico circa 4 anni fa e si era messa in contatto con un certo Abdallah Hasanyan Al-Najjar.

L'estremista islamico stava organizzando per la 22enne un viaggio nelle zone del conflitto.

Voleva combattere al fianco del Daesh

Indossava il velo integrale, come tante altre donne musulmane, e viveva nel quartiere Gratosoglio di Milano con i suoi parenti. Fatima non andava a scuola e non lavorava, ma trascorreva gran parte della giornata davanti al pc. Navigava sul web e frequentava soprattutto siti vicini all'Isis.

Gli uomini della Digos hanno scoperto che la 22enne egiziana aveva più volte espresso il suo consenso per recarsi nelle zone del Daesh per combattere insieme ai miliziani. Quel velo integrale non nascondeva il volto di una semplice ragazza egiziana ma di una donna radicalizzata, pronta a compiere un attentato in Italia.

Il Ministero dell'Interno non ha dubbi e per questo ha emesso un decreto di espulsione. Fatma Ashraf Shawky Fahmy era troppo pericolosa.

Dopo aver intercettato tutte le comunicazioni della 22enne e dei suoi familiari, gli investigatori hanno appreso che la giovane non parlava con nessuno, eccetto i familiari e una vicina di casa.

Disponibile a un attentato a Milano

Gli uomini della Digos hanno anche perquisito la casa dove viveva la giovane jihadista e, proprio in tale occasione, la ragazza ha rivelato di volersi recare in Siria. Alle domande sui presunti rapporti con i miliziani dell'Isis, la ragazza non aveva inizialmente risposta. Era stata vaga. Poi ha ammesso i contatti, mediante una chat su Telegram.

La 22enne avrebbe riferito a diversi jihadisti di essere disponibile a partecipare a un attentato a Milano.

Un'altra espulsione per terrorismo nel capoluogo lombardo. Lo scorso mese, il ministro dell'Interno Marco Minniti aveva firmato il decreto di espulsione di un 36enne egiziano, già in carcere a Monza, perché aveva rapporti con un foreign fighter marocchino ricercato dai giudici milanesi.