Profondo turbamento a Padova, in seguito ad alcuni particolari emersi dalle indagini a carico di Don Andrea Contin e della sua presunta implicazione in autentici festini a luci rosse che si sarebbero tenuti nella canonica di San Lazzaro, alla presenza di diversi altri preti. L'inchiesta delle forze dell’ordine ha portato al ritrovamento di prove piuttosto esplicite di quanto sarebbe avvenuto nelle sacre mura della chiesa: in diversi pc, tablet, e in una decina di chiavette USB sarebbero stati rinvenuti dei riferimenti all'organizzazione di incontri di gruppo a luci rosse.

La confessione di un parroco coinvolto

A dare ulteriore credibilità alle prove ritrovate dalle forze dell'ordine, spunta una confessione, quella di Don Roberto Cavazzana, ex guida spirituale di Carbonara di Rovolon, che avrebbe fornito dettagli specifici circa le inusuali attività che sarebbero avvenute nella canonica di Don Contin.

In particolare, sarebbe emerso il nome di una parrocchiana di 49 anni che sarebbe stata la "vittima" preferita degli incontri e delle perversioni del parroco. Secondo indiscrezioni, la donna, una divorziata padovana, sarebbe stata oggetto di maltrattamenti durante i festini con gli altri sacerdoti, nel corso dei quali sarebbe stata tenuta al guinzaglio, obbligata a mangiare in una ciotola per cani, e immortalata in diverse fotografie mentre vagava nuda in alcuni parcheggi all'aperto nelle vicinanze.

La donna, che ha già rilasciato una drammatica intervista a Barbara D'Urso nella trasmissione "Pomeriggio 5", avrebbe affermato che la relazione con il parroco è durata circa quattro anni, durante i quali lui la chiamava "la mia mogliettina". Oltre a far luce sugli scandalosi eventi, al fine di verificare se siano stati effettivamente perpetrati episodi di violenza e sevizie sulla parrocchiana, rimane da svelare il mistero sul particolare tenore di vita di Don Andrea Contin.

Un tenore di vita sospetto

Don Andrea Contin dovrà spiegare agli inquirenti non solo cosa accadeva all'interno della canonica, ma anche il suo particolare tenore di vita, ben al di sopra di quello di un qualsiasi parroco di provincia. Il sacerdote, infatti, si muoveva spesso su auto di gran lusso - tra cui una Jaguar - soggiornava frequentemente in hotel a 5 stelle e trascorreva le sue vacanze in splendidi resort in Croazia, in Francia e sul Lago di Garda.

Durante i suoi spostamenti - stando alle fonti ufficiali - il parroco si sarebbe sempre presentato come un avvocato, smettendo quindi gli abiti ufficiali, e in compagnia di cinque donne, le sue presunte amanti.

L’indagine è proseguita sui conti patrimoniali dell'inarrestabile parroco, da cui sono emersi 5 conti correnti a lui collegati.