Anonymous, la rete di hacker internazionali, ha appena diffuso sulla Rete un leak con i dati personali e riservati di migliaia di dipendenti dello Stato italiano, per la stragrande maggioranza appartenenti a poliziotti, militari e appartenenti alla Marina Militare. Tra questi dati ci sarebbero carte di identità, contratti di ogni tipo, buste paga e indirizzi mail, ma anche numeri di telefono e dichiarazioni dei redditi. Anonymous avrebbe rilasciato anche un messaggio su internet dal tono beffardo in cui ironizza sulla libertà dei popoli e il loro diritto alla democrazia.

Non solo ma tra i dati sottratti vi sarebbero anche quelli relativi alle frequenze radio da utilizzare quando il Premier, Paolo Gentiloni, è impegnato in missioni all'estero.

Il messaggio diffuso sulla Rete

Come dicevamo, Anonymous ha annunciato in un messaggio, particolarmente allarmante, di conoscere diverse informazioni sensibili tra cui numeri di telefono, indirizzi di residenza, fotocopie dei documenti di identità personali. Ma anche i contatti e i documenti di persone legate ai diretti interessati, come parenti ed amici non direttamente implicati nelle attività lavorative dei primi. Inoltre, il messaggio evidenzia l'incapacità dello Stato italiano nel proteggere e tutelare le informazioni sensibili di coloro che hanno giurato di difenderlo.

E per evidenziare ancora di più la figuraccia fatta dal nostro Paese a livello di sicurezza informatica fa una lunga citazione de La Repubblica di Platone dove si evidenzia che la democrazia, quando è intrisa di corruzione degenera, prima che nella violenza, nel ridicolo.

La Sicurezza informatica in Italia

L'attacco hacker coincide stranamente con il 360° Summit sulla cybersicurezza che si svolge proprio oggi a Roma.

Anche perché induce a sollevare importanti interrogativi sullo stato della sicurezza informatica in Italia. Come, infatti, ha fatto notare Pierluigi Paganini, Consulente del Governo e membro dell'Agenzia europea per la sicurezza informatica, forse i dati non sono poi così importanti come vuol far credere Anonymous ma, certamente, obbligano a riflettere sulla capacità e sul grado di consapevolezza circa la necessità di protezione di tali dati.

La rinascita di Anonymous

Dopo l'arresto di alcuni attivisti che, si pensava, fossero i capi dell'organizzazione, almeno qui in Italia, sembrava che gli hacker fossero stati ridotti al silenzio. Il problema è che chiunque può indossare una maschera e partecipare alle azioni di Anonymous, le AnonOps, senza dover rendere conto a nessuno, tantomemo ad una struttura gerarchica sovraordinata. Secondo Michele Colajanni, direttore della Cyber Academy e membro del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del Cini, occorre rendersi conto che siamo tutti in prima linea di fronte ai cybercriminali ed è necessario informare quanto più è possibile le persone e formarle alla cybersicurezza, sopratutto se ricoprono incarichi delicati come i militari e le forze di polizia.