Sembra essere stato deciso: a partire dai prossimi mesi sarà previsto un aumento vistoso delle sigarette elettroniche che, giusto per rendere il tutto ancora più legale e legare anche la tecnologia al monopolio, non potranno più essere vendute sul web. Si tratta di un vero e proprio duro colpo dunque per le sigarette elettroniche che si vedranno versare una tassa di circa cinque euro per essere acquistate. Un emendamento che è stato modificato nelle ultime ore e che prevede, oltre alla tassa di cinque euro sui vari liquidi per le sigarette elettroniche, un divieto di vendita online.

Le sigarette elettroniche ed i rispettivi liquidi, contenenti o meno nicotina, dovranno dunque essere acquistate come se fossero delle comunissime sigarette al tabacco all'interno delle tabaccherie e dei rivenditori autorizzati, con tanto di monopolio. La misura, secondo quanto esposto dalla senatrice Simona Vicari, ha lo scopo di contrastare quel mercato considerato per più del cinquanta per cento illegale (recuperando così quanto perduto con l'evasione fiscale) e di imporre dei controlli obbligatori sui liquidi che giornalmente vengono venduti.

Una tassa che veniva raggirata dalle aziende, ora diventa obbligatoria

Già nel duemilaquindici, quindi ben due anni fa, era stata imposta una piccola tassa di circa 0,40 euro per ogni millilitro di liquido che veniva venduto.

Una tassa che molte aziende riuscivano a raggirare imponendola unicamente nei liquidi contenenti nicotina e riducendo così un'entrata di bilancio dai circa centoquindici milioni annuali previsti ad appena quattro milioni e costringendo così lo stato a prendere dei seri provvedimenti attuabili con il nuovo emendamento. Provvedimenti che, secondo quanto comunicato, saranno in grado di richiudere quella falla all'interno del bilancio economico e che porterà non pochi frutti alle casse dello stato.

All'interno dello stesso decreto, oltre a quanto stabilito per le sigarette elettroniche, sono state approvate e confermate tutte le norme già discusse precedentemente e che prevedono l'arresto delle bollette con scadenza a ventotto giorni ed il rientro in paese dei cervelli, che secondo quanto affermato in aula si aggiungerebbe ai circa seimila già rientrati fino ad oggi. Ancora oggi, all'interno del senato, vi sono correnti di pensiero differenti che dovranno giungere quanto prima ad un punto d'incontro per quanto riguarda le soluzioni al bilancio economico attuale.