Una vicenda che sta allarmando un Paese intero e che rischia di concludersi con una strage. Il sottomarino scomparso dai radar al largo delle coste della Patagonia è diventato un caso internazionale ed è partita una vera e propria caccia all'uomo in mare. Il sottomarino San Juan è scomparso dai radar giovedì scorso e ad alimentare le speranze durante la ricerca del sommergibile sarebbero stati alcuni segnali sonar che, inizialmente, sarebbero stati collegati alla presenza dell'equipaggio in questione nel mezzo nell'Oceano Atlantico, a circa 40 chilometri dal punto di ultimo contatto, purtroppo però non sarebbero riconducibili al sottomarino argentino scomparso.

A dare l'ultimo aggiornamento in merito alla vicenda è la testata Guardian, la quale oltre a riferire della situazione, parla dell'allarmante dichiarazione della marina Argentina, ossia che l'ossigeno starebbe per finire e che sarebbe rimasto poco tempo per salvare l'equipaggio a bordo.

Le ricerche sarebbe state aggravate dal cattivo tempo, solo 48 ore per salvare l'equipaggio

Sono ben 44 i marinai a bordo del sottomarino San Juan disperso a largo dell'Oceano Atlantico, la speranza, anche in vista del miglioramento delle condizioni atmosferiche, sarebbe quella che il sommergibile sia riuscito a fare "snorkelling", ossia che sia riuscito ad arieggiare gli interni riuscendo a rifornirsi di ossigeno.

Infatti, secondo quanto riportato dagli addetti ai lavori, sembrerebbe che in questi ultimi giorni le condizioni del tempo sarebbero state pessime e che il mare avrebbe raggiunto onde alte ben otto metri. Una ulteriore speranza sarebbe quella che si sia trattato esclusivamente di un problema di comunicazione, sperando in eventuale guasto alle batteria o ad un eventuale corto circuito che abbia isolato il San Juan.

Quattordici navi e dieci aerei di dieci Paesi sono impegnati nelle ricerche del sommergibile disperso

Anche se la speranza di un eventuale guasto ai sistemi di comunicazione ha smorzato un po' la tensione in merito alla vicenda, il capo della base navale di Mar del Plata Gabriel Galeazzi, dove il San Juan era atteso entro lunedì, avrebbe dichiarato che un problema tecnico non avrebbe fatto scattare la procedura d'urgenza inviando ben quattordici navi e dieci aerei messi a disposizioni per le ricerche da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Brasile, Cile ed Uruguay, i quali ricoprono un'area di ricerca di ben 430 chilometri.

Per l'Argentina sarebbe la perdita più grave dopo quella delle Falkland

Una missione della durata di 35 giorni e dedicata alla sorveglianza fra Ushuaia e Mar del Plata, questo era il compito assegnato ai 44 membri dell'equipaggio a bordo del sottomarino San Juan attualmente disperso. La marina argentina fa sapere che purtroppo il protocollo non è stato rispettato, ossia la procedura che prevede la salita in superficie o il lancio del segnale radio di S.O.S, pertanto si teme che il sommergibile si trovi sommerso e che i membri dell'equipaggio possano a breve restare senza ossigeno e che quindi sarebbero rimaste solo 48 ore di autonomia.