Questa, come tante altre ultimamente, è una storia che lascia l'amaro in bocca. Solita trama, 2 delinquenti cercano di derubare un tabaccaio di 30.000 euro mentre entra in macchina. Il fatto è avvenuto alla periferia di Roma, dove un gestore di tabacchi si stava recando in banca per versare la liquidità incassata in giornata.

Lui spara alle gomme della sua auto e viene indagato

Sembra un racconto surreale, eppure è accaduto a Roma nel 2015. L'uomo, Maurizio Pontillo, è stato picchiato brutalmente davanti la sua auto, le è stata tolta la valigetta contenente il denaro e anche la sua macchina che i ladri hanno utilizzato per scappare.

L'uomo subito dopo aver subito l'aggressione riesce a rimettersi in piedi e sfoderare la sua Smith & Wesson, arma regolarmente detenuta per difesa personale. A quel punto prende la mira e spara ai pneumatici della sua auto per impedire ai ladri di scappare e soprattutto per evitare, come già successo ad altri suoi colleghi rapinati, di finire in guai peggiori per eccesso di legittima difesa. Difatti l'uomo sparando alle gomme dell'automobile voleva solo impedire la fuga dei malviventi, eppure incredibilmente il giudice ha deciso di indagarlo. Il magistrato lo ha indagato per "accensioni ed esplosivi pericolose", capo d'accusa che anche l'avvocato del negoziante ritiene assurdo e privo di fondamenta, tanto da arrivare a dire che in trentanni di carriera non ha mai visto una cosa del genere.

L'assurdità di questo fatto è che l'uomo ora si ritroverà in tribunale insieme al malvivente come indagato. Dei due rapinatori solo uno è stato identificato ed è stato denunciato solamente per furto aggravato, nonostante le percosse subite dal tabaccaio e le minacce nei suoi confronti. Il buon senso dovrebbe portare il giudice a indagare i malviventi per rapina e percosse, ma a quanto pare non in questo caso.

L'umiliazione del tabaccaio

Oltre la beffa anche il danno, si dice. Ed è proprio così, il negoziante appena tre settimane dopo la brutta esperienza riceve una lettera dalla Lottomatica che gli intima il versamento delle somme "impropriamente" detenute, accusandolo implicitamente di essere un delinquente. "Rapinato e trattato come un malvivente" così racconta il tabaccaio, che oltre alla diffida del legale della Lottomatica gli è stato revocato anche il porto d'armi dalla questura. Il negoziante si sente, giustamente, "umiliato e preso in giro" dalle istituzioni che avrebbero dovuto difenderlo invece che accusarlo.