Una ciocca di capelli, una collana con il tau in legno, la croce di San Francesco, e un orologio, farebbero pensare che il cadavere ritrovato venerdì in stato di decomposizione nelle campagne di Tolentino, sia quello della pittrice Renata Rapposelli, scomparsa da oltre un mese. Colpo di scena nella misteriosa vicenda di "Reny" di cui si sono perse le tracce dallo scorso 9 ottobre. Quel giorno sarebbe stata a trovare l'ex marito, Giuseppe Santoleri, e il figlio Simone che vivono a Giulianova, in provincia di Teramo, per problemi di salute del figlio che non incontrava da 7 anni.

Ma, a seguito di una lite, Giuseppe l'avrebbe accompagnata con la sua auto per riportarla ad Ancona dove abitava, avendola però lasciata a circa due chilometri dal santuario di Loreto dove la donna, molto devota, sarebbe voluta andare a pregare. Padre e figlio sono indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

La scoperta del cadavere

Un corpo in avanzato stato di decomposizione è stato trovato in contrada Pianarucci nelle campagne di Tolentino nelle vicinanze del greto del fiume Chienti, in provincia di Macerata, da un muratore che è stato allertato da un fortissimo odore proveniente dalla scarpata. Quando si è accorto che dai rovi spuntava una mano, ha avvisato i carabinieri.

Ma siccome sopraggiungeva il buio, i militari coadiuvati dai vigili del fuoco hanno rinviato il recupero del corpo a ieri mattina. Il cadavere della donna, che sarebbe stato esposto all'aggressione atmosferica da circa un mese, è stato portato all'obitorio di Macerata per un primo esame. L'ipotesi che possa trattarsi di Renata Rapposelli sembra trovare riscontri: una ciocca bionda di capelli attaccata al cranio è stata trovata dal medico legale Antonio Tombolini che ha condotto l'esame cadaverico.

Inoltre i carabinieri hanno scoperto tra il fango oggetti che potrebbero essere altrettanto importanti per attribuire un'identità a quei resti: una croce a forma di tau, come quella che pare indossasse la pittrice prima della scomparsa e un orologio. Gli inquirenti hanno riferito che il cadavere è di una donna 'giovane', il che farebbe escludere la possibilità che fosse della pittrice 64enne.

Gli stessi investigatori hanno però specificato che la definizione sta a indicare che non si tratta né di un corpo di una ragazzina né di una donna molto anziana. Si attendono gli esiti dell'autopsia prevista per domani e dell'esame del Dna disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Macerata, Enrico Riccioni.

Altri elementi

Al momento della scomparsa, Renata indossava una giacca scura, maglia o pantaloni leopardati, scarpe da tennis e una grande borsa bianca e nera, secondo la descrizione data dal figlio quando l'aveva vista l'ultima volta il 9 ottobre. Indumenti che sarebbero compatibili con i resti di tessuti ritrovati su quel corpo, mentre il volto è irriconoscibile. Telefonino e borsa, invece, non sono stati trovati sul luogo: lo smartphone di ‘Reny’ sarebbe uno dei sette cellulari che i Ris hanno trovato durante l'approfondito sopralluogo nell’abitazione di Giulianova, da cui però non sono emerse prove di fatti violenti.

Gli inquirenti stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza del comune di Tolentino: potrebbero fornire indicazioni utili a chiarire, se si dovesse trattare di Renata Rapposelli, come abbia fatto ad arrivare fin là, un luogo che dista da Loreto circa 80 chilometri.

Una testimone importante

Una testimone avrebbe visto la pittrice a Tortoreto proprio nel giorno della sua scomparsa, il 9 ottobre verso le 17. L'ha raccontato alla trasmissione "Quarto Grado", la commessa di una farmacia che l'avrebbe vista entrare per chiedere un medicinale di cui aveva assoluto bisogno. Il racconto contraddice quanto dichiarato dal figlio che martedì con il padre sarà nuovamente interrogato.