È successo a Villanova di Reggiolo, nella Bassa reggiana. Francesco Citro, 31 anni, originario di Torre Mellissa in provincia di Crotone, autista di camion, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco presso la soglia della sua abitazione, sotto gli occhi della moglie e dei figli di 7 e 2 anni.

L'incendio della macchina poche ore prima

L’auto dell’uomo, una Volkswagen Golf intestata alla moglie ma che lui era solito utilizzare, solo tre ore prima era stata data alle fiamme in via Papa Giovanni XXIII; un atto indubbiamente doloso a causa del quale erano accorsi sul posto, a poca distanza dal garage di proprietà, i Carabinieri ed i Vigili del fuoco.

Citri stesso aveva collaborato allo spegnimento del rogo, in occasione del quale era giunto sul posto il sindaco Roberto Angeli. Si tratterebbe della terza auto bruciata a Reggiolo in soli nove giorni.

L'agguato mortale verso le 23:00

Intorno alle 23:00 la tragedia. La vittima, uscita sul pianerottolo, è stata raggiunta dai colpi di pistola che ne hanno causato, poco dopo l’arrivo dei soccorsi, la morte.

Non è stato possibile identificare il numero di persone che avrebbero partecipato al delitto né se siano stati esplosi altri colpi prima di quelli letali; pare che il camionista fosse stato attirato in qualche modo ad uscire di casa prima di subire l’agguato.

La parentela con il pentito Angelo Salvatore Cortese

Apparentemente oscure le ragioni dell’omicidio, dal momento che Citri risulterebbe incensurato, per quanto le indagini sembrino focalizzarsi sulla sua parentela con Angelo Salvatore Cortese, tra i primi pentiti della ‘ndrangheta, che fornì informazioni di grande rilevanza ai fini delle indagini dell’operazione “Pandora”, finalizzata a far emergere l’ingerenza della malavita calabrese nel reggiano e nel modenese.

L’inchiesta sarebbe alla base del maxi processo Aemilia, condotto nell’aula bunker allestita nel cortile del Tribunale di Reggio Emilia.

Le indagini in corso

Sono state immediatamente avviate le indagini da parte dei carabinieri, in presenza anche del comandante Provinciale Antonino Buda giunto sul posto, coordinate dal sostituto procuratore Valentina Slavi che ha subito avviato gli interrogatori al fine di ricostruire l’accaduto e risalire agli artefici del delitto.

È stato, inoltre, convocato d’urgenza il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica dal prefetto di Reggio Emilia, Maria Forte.