Amanda Knox, dopo quattro anni di prigione per l'omicidio di Meredith Kercher e dopo l'assoluzione in appello del 2011, approda a distanza di dieci anni nel mondo dello spettacolo con 'Scarlet Letter Reports', una trasmissione composta da cinque puntate che andrà in onda a partire dalla prossima primavera sulla piattaforma Facebook Watch e su Vice. La trentenne statunitense, sarà la conduttrice di un talk contro la violenza di genere ed intervisterà una serie di donne diffamate e umiliate dalla stampa.

Tra le ospiti, ci saranno vittime del sistema fallato della legge e donne perseguitate da quella stampa che, secondo la Knox avrebbe preso di mira negli anni anche lei, dipingendola come una donna facile, astuta e senza scrupoli. La trasmissione - prodotta da Vice Media - approfondirà anche la face successiva alle disavventure giuridiche e all'attacco mediatico, quella della ricostruzione di una vita, che secondo la neo presentatrice passerebbe per lei anche attraverso questa esperienza televisiva.

Il terribile passato di Amanda Knox e le esperienze con i media

Amanda Knox accusata - insieme all'ex fidanzato Raffaele Sollecito - dell'assassinio di Meredith Kercher, sua amica e coinquilina, avvenuto il primo novembre 2007 a Perugia, era stata condannata in primo grado.

Nel 2013 la Cassazione aveva reso nullo il verdetto disponendo un nuovo processo di secondo grado, che ha nuovamente condannato i due ex fidanzatini per la morte della 20enne inglese. Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito arriva l'assoluzione solo nel 2011, quando vengono completamente scagionati dalle accuse formulate nei loro confronti. Dopo quattro anni trascorsi dietro le sbarre, l'ex studentessa americana ha cercato di entrare a far parte di quel mondo mediatico che, come lei stessa ha dichiarato più volte negli anni, l'avrebbe sempre massacrata. Ritornata negli Stati Uniti, la giovane ha infatti scritto 'Waitying to be heard', un libro autobiografico pubblicato nel 2013 dalla casa editrice Harper and Collins.

Amanda ha poi iniziato a scrivere da freelance , per diversi giornali tra cui il West Seattle Herald, testata giornalistica della sua città di origine. La 30enne ha infine, partecipato ad un documentario realizzato da Netflix, con il quale hanno cercato di ricostruire l'omicidio della studentessa inglese, per la cui morte è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano, Rudy Guede.