Era giovane e carina la diplomatica britannica violentata e uccisa in Libano. Rebecca Dykes indossava una gonna corta, come dichiarato dal suo omicida, era era straniera: due condizioni che l'assalitore ha ritenuto sufficienti per usarle violenza fino a condurla alla morte. L'assassino, un autista di Uber, ha confessato il suo delitto, dopo essere stato identificato dalle telecamere per il controllo del traffico nella zona. Per lui non c'è stato più scampo ed è stato arrestato circa 48 ore dopo l'omicidio. Rebecca, 30 anni, era giunta in Libano nel gennaio scorso e, come avrebbe fatto qualsiasi ragazza della sua età, ha trascorso la serata in un bar nel quartiere Gemmayze, a Beirut.

Risulta che più o meno intorno alle ventiquattro la ragazza si sia allontanata assieme ad un'amica. Il corpo della Dykes è stato ritrovato senza vita sul ciglio di un'autostrada il 17 dicembre. Non è ancora chiara la dinamica dell'omicidio, anche se è stato accertato che la donna abbia subito violenza prima di essere uccisa. La sua vita è stata stroncata senza pietà dal suo aggressore che continua a giustificarsi parlando della minigonna indossata dalla vittima.

La brillante carriera di Rebecca stroncata per sempre

Rebecca Dykes si era laureata all'Università di Manchester, specializzandosi poi in sicurezza internazionale e governance globale alla Birkbeck di Londra. Lavorava dal 2010 per il governo britannico in qualità di diplomatica.

L'ambasciata britannica ha diffuso un comunicato in cui ha chiesto il rispetto della privacy e del dolore per la perdita di Rebecca, mentre si cerca di capire cosa sia successo. Stando alle prime indiscrezioni, la donna sarebbe stata strangolata dopo la violenza. Dunque, è stata accantonata l'ipotesi di un crimine politico, in favore di un delitto passionale.

Probabilmente la donna conosceva poco il suo assalitore nel quale aveva riposto però molta fiducia. E' stata poi abbandonata sul ciglio di un'autostrada trafficata, senza alcuna pietà. Si pensa che Rebecca e l'amica, uscite dal bar, abbiano incontrato un altro gruppo di persone, tra cui l'assassino. La famiglia della donna ha chiesto ai media rispetto per il dolore provocato dalla perdita della ragazza, una morte alla quale è difficile rassegnarsi o trovare un senso. Non resta che seguire i prossimi sviluppi delle indagini che porteranno a chiarire altri aspetti ancora oscuri della vicenda.