Nel 2007 Teodora del Carmen Vàsquez de Zaldaňa, 37 anni, è vittima di uno stupro di gruppo. Sono già 10 gli anni scontati dietro le sbarre per lei, e la pena, tuttora, non è stata ridotta. La motivazione dell'arresto? aborto. Teodora Vàsquez rimane incinta a causa dello stupro, ma decide di non avere il bambino. Scelta inaccettabile per le leggi dello stato di El Salvador che, dal 1998, punisce l'interruzione di gravidanza, che però, secondo la donna, non è stata conseguenza di una scelta ragionata nel suo caso.

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Aborto spontaneo od omicidio premeditato?

Aborto spontaneo, ammette Teodora Vàsquez, che, secondo i suoi racconti, si sarebbe resa conto di essere in attesa del bambino soltanto dopo averlo abortito, in modo spontaneo, durante il suo orario di lavoro. Giudizio opposto quello dei giudici di El Salvador. Secondo l'accusa Teodora avrebbe, invece, ucciso il bambino e se ne sarebbe sbarazzata buttandolo nello scarico del bagno, anche se l'autopsia sul corpo del piccolo dimostri il contrario. Inoltre, secondo la difesa, la donna, il 13 luglio 2007, giorno della morte del bambino, si sarebbe sentita male e avrebbe chiamato varie volte il servizio d'emergenza, ma prima dell'arrivo dei soccorsi ha perso conoscenza a causa di un'emorragia.

Gesto gravissimo quello dell'aborto, soprattutto in uno stato come El Salvador dove, insieme ad atri Paesi dell'America Latina, l'interruzione di una gravidanza è vietata, e chi la compie rischia una punizione lunga dagli 8 ai 30 anni di reclusione. E oggi, a distanza di 10 anni, Teodora è ancora in carcere. Dopo una richiesta di riesamina il tribunale di El Salvador, lo stesso che ha accusato nel 2008 la donna per omicidio aggravato, è deciso sulla sentenza e conferma la condanna a 30 anni.

Associazioni per i diritti umani si muovono in sua difesa

Questo caso ha mobilitato a livello internazionale vari associazioni per i diritti umani. Nello stato di El Salvador le donne che danno alla luce un bambino morto o che abortiscono spontaneamente sono accusate di omicidio. Non è ammissibile abortire anche se la gestante è in pericolo di vita, se il feto è deformato o se la gravidanza è conseguenza di un incesto o stupro.

Secondo questa cultura, la donna viene perseguita perché con l'aborto ha rifiutato l'importantissimo ruolo di essere madre. Negli anni Amnesty International e varie associazioni femministe si sono mosse in sostegno di Teodora. "La tragica storia di Teodora è una triste immagine di tutto ciò che è sbagliato nel sistema giudiziario in El Salvador, dove i diritti umani sembrano essere uno strano concetto", ha detto Erika Guevara-Rosas, direttore di Americas at the International Secretariat of Amnesty International.