Negli ultimi giorni le pagine riservate alla cronaca si sono focalizzate sulla vicenda riguardante andrea la rosa, il calciatore 35enne di Milano trovato morto nel bagagliaio di un'auto fermata sulla Milano-Meda. Gli inquirenti stanno indagando sul movente dell'omicidio che ha come fautori madre e figlio, alcune piste sembrerebbero condurre il gesto a motivazioni di stampo economico. Ulteriori indagini, hanno scoperto che erano state effettuate delle ricerche sul boss mafioso Giovanni Brusca, che sciolse nell'acido Giuseppe Di Matteo.

Trovato morto La Rosa, il calciatore ucciso da madre e figlio

Non si avevano più notizie su Andrea La Rosa dalla sera del 14 Novembre, data in cui il calciatore milanese avrebbe dovuto incontrare Antonietta Biancaniello, 59 anni, e suo figlio Raffaele Rullo, 35, di Quarto Oggiaro, in provincia di Milano. L'obiettivo dell'appuntamento era quello di prestare 8 mila euro, che si aggiungevano ai 30 mila già in possesso dei due. La Rosa prestava denaro ai conoscenti, richiedendone la restituzione a tassi che comunque non arrivavano a quelli considerabili di usura. Tra i suoi debitori c'erano dunque anche Raffaele Rullo, che la cui presenza spaventava lo stesso La Rosa. Prima dell'incontro l'ex calciatore di Serie C si era confidato con la compagna e con alcuni suoi amici, dichiarando che a quell'incontro ci andava solo perché sarebbe stata presente anche la madre, Antonietta Biancaniello.

A distanza di circa un giorno da quell'incontro, il corpo senza vita di La Rosa è stato trovato nell'auto guidata dalla stessa Antonietta.

Madre e figlio hanno sgozzato La Rosa: volevano scioglierlo nell'acido

Quanto scoperto dagli inquirenti è stato definito ''spietato'': madre e figlio volevano riproporre la stessa morte destinata al piccolo Giuseppe Di Matteo anche ad Andrea La Rosa.

Dopo averlo sgozzato nella cantina del palazzo di Quarto Oggiaro, in provincia di Milano, Antonietta Biancaniello ha caricato sull'auto il corpo senza vita dell'ex calciatore di Serie C per portarlo in un luogo di Seveso, dove il figlio la stava aspettando. Qui, con 24 flaconi da litro di acido, avrebbero sciolto il suo corpo, come fece il boss mafioso Giovanni Brusca nel 1996.

Il responsabile dell'omicidio, Raffaele Rullo, è stato definito ''un balordo'', dato che aveva già dei precedenti per attività illecite. Nonostante l'evidenza dei fatti, madre e figlio non hanno ancora confessato il delitto, ma l'azienda presso cui lavorava Rullo sta collaborando con gli inquirenti al fine di comprendere al meglio i retroscena del delitto.