Via libera del Cdm alla riforma delle intercettazioni, in vigore a distanza di sei mesi dalla pubblicazione, prevista a breve, a quanto pare a gennaio. Solo la norma, relativa al diritto dei giornalisti ad avere la copia dell’ordinanza di custodia cautelare, una volta acquisita dalle parti, sarà efficace tra dodici mesi. Su proposta del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è stato approvato un decreto legislativo riguardante disposizioni sull'intercettazione di conversazioni e comunicazioni, che crea "un giusto equilibrio", si legge sul sito internet del Governo, tra "segretezza della corrispondenza", di altre differenti forme di comunicazione e il diritto all'informazione.

Nell'attuazione di una sostanziale revisione della disciplina delle intercettazioni, il principale obiettivo è quello di escludere ogni riferimento a persone coinvolte solo in maniera occasionale "dall'attività di ascolto", nella chiara prospettiva di evitare la cosiddetta "indebita divulgazione" di riferimenti e fatti a coloro che sono realmente estranei a ciò che concerne l'attività investigativa.

Carcere per audio e video fraudolenti

Il testo prevede, fra le misure principali, l'introduzione del delitto di "diffusione" delle registrazioni fraudolente nel Codice penale. Punito con il carcere fino a 4 anni chiunque "diffonde con qualsiasi mezzo" riprese video o Audio, effettuate in maniera fraudolenta, per danneggiare la reputazione e l'immagine di una o più persone.

Il riferimento è a incontri privati, registrazioni di telefonate o comunicazioni telematiche. Esclusa la punibilità se la diffusione delle riprese in questione "deriva in via diretta e immediata" dall'utilizzazione in un procedimento giudiziario o amministrativo, per il diritto di difesa o per l'esercizio del diritto di cronaca.

Necessaria la querela della persona offesa. Nelle comunicazioni tra assistito e avvocato prevista una maggiore tutela della riservatezza: il coinvolgimento del difensore nell'attività d'ascolto, eseguita in maniera legittima, non può portare alla verbalizzazione delle conversazioni.

Nuove disposizioni per i 'Trojan horse'

Divieto di trascrizione delle intercettazioni ritenute non rilevanti per le indagini e di altre riguardanti dati personali "sensibili".

Il pubblico ministero può disporre che le conversazioni siano trascritte se giudicate rilevanti. Innalzato da cinque a dieci giorni il termine di tempo attributo alle difese per esaminare il materiale. Proroga possibile: dipenderà principalmente dalla quantità e dalla complessità degli atti. Previsto prima il deposito delle conversazioni e poi l'acquisizione di quelle rilevanti, con destinazione all'archivio riservato di quelle ritenute irrilevanti e, quindi, inutilizzabili. La prima selezione la farà la polizia giudiziaria. Garante della riservatezza dei documenti sarà il pubblico ministero. Facoltà di ascolto del materiale da parte di giudice e difensori, ma non di copia, sino al termine dell'acquisizione.

I dispositivi contenenti i "Trojan horse", captatori informatici, non vanno lasciati attivi senza limiti di tempo, ma vanno disattivati se l'intercettazione riguarda l'ambiente domiciliare, a meno che non ci sia una prova che nell'ambito considerato si stia verificando "l'attività criminosa" relativa all'indagine e che la stessa non riguardi mafia o terrorismo, tenendo conto dell’articolo 51 del Codice di procedura penale. Contrastanti i pareri sulle novità introdotte. Non mancano neppure in questo caso gli schieramenti: da una parte i favorevoli, dall'altra i contrari.